“Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me”, citando Kant, Annamaria Cancellieri il 9 ottobre 2012 spiegò la scelta di sciogliere il consiglio comunale di Reggio Calabria. Disse ancora il ministro all’epoca che quella fosse una decisione presa per aiutare la comunità reggina ed evitare inoltre il possibile dissesto dell’ente. A distanza di un anno e mezzo lo possiamo affermare senza timore di smentita: lo Stato, per l’ennesima volta c’ha preso per il ….. evidente infatti come la decisione assunta dalla Corte dei Conti sezione Calabria rappresenti l’ennesimo schiaffo e l’ennesima beffa di uno Stato che ha sempre mostrato il volto repressivo ed autoritario nei confronti della nostra città. Uno Stato parolaio che nei fatti con la decisione di sciogliere il comune ha deliberatamente abbandonato la città di Reggio all’anarchia ed alla sofferenza. Responsabilità evidenti non possono che essere addossate alla burocrazia comunale che in questo anno di vacatio politica ha mostrato tutta la sua inefficienza e in alcuni casi anche la sua partigianeria politica. Può essere forse infatti un caso politico che il piano di rientro bocciato dalla Corte dei Conti oggi sia stato redatto da quei burocrati assunti nell’era pre-Scopelliti. Ma il provvedimento puzza di politico anche per un’altra casualità: la pronuncia della Corte dei Conti materialmente nella disposizione dei commissari, è già pubblicata però sui soliti giornali….
Bando alle ciance: ciò che emerge è che a distanza di un anno la nostra città non solo ha pagato dazio con la sospensione (apparentemente ingiusta) della democrazia ma adesso rischia di precipitare nel tetro baratro del dissesto. Un evento che se concretizzato causerà danni irreversibili all’economia cittadina, con un ulteriore impoverimento del settore imprenditoriale. Ai tanti che in rete in questo momento stanno festeggiando auspicando il dissesto, vorremmo ricordare le parole del filosofo F.W. Nietzsche che sosteneva chi lotta con i mostri deve guardarsi bene di non diventare, così facendo, un mostro. Gli obiettivi della Cancellieri e dello Stato appaiono miseramente falliti: Reggio Calabria non solo sta pagando a caro prezzo la gestione amministrativa commissariale ma adesso potrebbe pagare anche il caro prezzo del DISSESTO. Non vi è dubbio la Cancellieri non ha mantenuto le promesse. E’ certo lo Stato ha fallito. Chi invece sulle macerie di Reggio Calabria ha marciato adesso continua a godere.
Fabrizio Pace