Anniversari Mons. Cenicola e Mons. Ricciardi

cenicola-ricciardi02\02\2014 – Nel Bicentenario della morte di Mons. Bernardo Maria Cenicola, Arcivescovo di Reggio Calabria dal 1797 al 1814, e della nascita (10 luglio1814) di Mons. Mariano Ricciardi, Arcivescovo di Reggio Calabria dal 1855 al 1871, l’Associazione Anassilaos ha promosso un incontro sull’opera dei due presuli e sul difficile contesto storico in cui essi operarono che si terrà martedì 4 febbraio alle ore 18,00 presso la Sala di San Giorgio al Corso, relatore il Prof. Francesco Arillotta che sarà introdotto dal Prof. Pino Papasergio. Prende così avvio una serie di incontri dedicati ai vescovi che hanno retto l’Arcidiocesi di Reggio Calabria nel corso dei secoli. Il governo di Mons. Cenicola – come scrisse Padre Luigi Russo nella sua storia della Diocesi di Reggio Calabria – fu funestato dalle vicende politche del tempo che lo coinvolsero a vario modo: dalla rivoluzione napoletana del 1799 con la conseguente fuga del re Ferdinando IV in Sicilia, alla reazione del cardinale Ruffo che riconquistò il regno al suo sovrano non riuscendo però a mitigare la dura repressione che si abbattè sui liberali con condanne a morte e al carcere a vita, fino al decennio francese che vedeva i Borboni “asserragliati” in Sicilia e nella vicina Messina, con la protezione della flotta inglese dell’ammiraglio Nelson e i Francesi dominare, sia pure con alterne vicende, il Regno di Napoli, Reggio compresa, che fu comunque, per la sua posizione, al centro di scaramucce, incursioni, intrighi e agguati che coinvolsero l’Arcivescovo – fatto oggetto persino di una aggressione fisica da parte di un sacerdote – che per qualche tempo fu costretto a rifugiarsi a Messina. Una situazione alquanto caotica, anche per l’ordine pubblico, cui i Francesi misero fine nel 1808 con l’arrivo in città del generale Rayner. La posizione del Vescovo Cenicola, nominato dai Borboni e accusato di essere un sostenitore della dinastia detronizzata, indusse il Governo di Napoli ad allontanarlo dalla diocesi, intimandogli di lasciare in breve tempo Reggio e di recarsi a Napoli dove poi morì sei anni dopo (27 settembre 1814). Tempi altrettanto difficili furono quelli di Mariano Ricciardi che visse il momento del passaggio dal Regno Borbonico a quello d’Italia con la conquista di Reggio da parte di Garibaldi il 21 agosto 1860. Una parte dei Garibaldini, in quella stessa giornata, assaltò l’Episcopio, tentando di aggredire il Vescovo, e il Collegio dei Gesuiti. A questi fatti seguì l’espulsione del presule e il suo esilio prima a Marsiglia e successivamente a Roma. Egli potè tornare nella sua diocesi soltanto il 27 gennaio del 1867 accolto – come narrano le cronache – con gran festa e si trovò ad affrontare la grave epidemia di colera che funestò Reggio alla fine di quello stesso anno. Prese parte al Concilio Ecumenico Vaticano I che fu sospeso, come è noto, dallo scopio della guerra franco-prussiana e dalla conquista di Roma da parte delle truppe italiane. Tornato a Reggio, forse amareggiato dai contrasti che animavano la città, chiese di essere trasferito ad altra sede, forse meno importante ma più tranquila e fu nominato pertanto Arcivescovo di Sorrento. Il 4 dicembre del 1871 lasciò Reggio Calabria per trasferirisi nella nuova sede dove morì cinque anni dopo, il 23 agosto 1876.

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