Reggio Calabria come la nostra Italia, stessa malattia

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 Burocrazia, fisco e debiti con le imprese. Ma adesso Basta!
di Fabrizio Condemi – C’è qualcosa che accomuna terribilmente la profonda crisi che sta attraversando la città di Reggio Calabria, privata della democrazia, abbattuta dal peso del macigno del commissariamento, inglobata in una crisi finanziaria che ha radici profonde e lontane, e la nostra Italia, distrutta da uno dei governi peggiori che memoria d’uomo ricordi, il governo Monti della Fornero e della “nostra” Cancellieri, che in questi giorni su tutti i media vive un “linciaggio” mediatico causa l’ipotetico accordo Monti-Napolitano per far saltare il governo Berlusconi. Situazione  pressoché parallela agli avvenimenti reggini dove, il ministro Cancellieri, ministro di quello stesso governo, ha prodotto la caduta del “governo comunale” Arena, realizzando il bizzarro paradosso del commissariamento reggino direttamente figlio del “commissariamento” del governo italiano. Ma le cose più simili tra Italia e Reggio riguardano quei “mali” che stanno soffocando ogni tentativo di ripresa:  la burocrazia, il peso gravoso di imposte e tasse e il mancato pagamento dei debiti verso le imprese! Tre fattori che, se non curati adeguatamente, porteranno alla condanna del malato. La malata Reggio assieme alla malata Italia sono oramai una certezza e in questi anni si sono succeduti moltissimi dottori, ognuno con la sua diagnosi. Manca solo un tassello però, la cura. Anni a colpi di austerity non sembrano aver sanato i mali strutturali che affliggono il nostro Paese e la nostra città. Lo dimostrano la raffica di allarmi lanciata negli ultimi giorni nei confronti del nostro Paese e della nostra città da parte di chi ha l’obbligo morale di indurre la popolazione ad un pronto riscatto. Gli ultimi in ordine di tempo sono il richiamo arrivato giorni fa dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi: “L’Italia è un paese ormai da anni ostaggio di una burocrazia soffocante che assorbe le energie vitali di imprese e cittadini e ne distoglie tempo e risorse da impieghi più produttivi”, ha detto Squinzi, aggiungendo che “l’auspicio è che tutti lavoriamo per invertire una rotta che, altrimenti, ci porterà alla deriva e poi al naufragio“. Stessi concetti e stesse preoccupazioni riferite alla burocrazia locale che non avrebbe dato (o potuto dare) il dovuto supporto al pur egregio lavoro posto in essere dalla terna commissariale a Reggio, é stato dato venerdì scorso dal Governatore della Calabria, on. Giuseppe Scopelliti, durante la manifestazione di piazza Italia a Reggio, “Ora Basta”, titolo imperativo rivolto alla volontà e alla necessità di porre uno stop a questi fattori di forte criticità sociale. A fare da cornice a queste profonde cicatrici che da Roma arrivano diritte al comune di Reggio Calabria, é la nota di qualche giorno fa sulla corruzione diffusa dalla Commissione Europea, coi presunti 60 miliardi di corruzione italiana, metà del “giro d’affari” complessivo dell’intera Unione Europea. Un dato che seppur non quantificabile in 60 miliardi (le cifre sembrano molto “abbondanti”) ci porta comunque stabilmente in fondo alle classifiche che misurano l’impatto della corruzione nel settore pubblico. Sempre dalla Commissione é arrivato il cartellino rosso per il ritardo accumulato nel pagamento dei debiti contratti dalla pubblica amministrazione con le imprese, con l’apertura di una procedura di infrazione. Malgrado il sistema di rimborso accelerato dal governo Letta. Stessa situazione del comune di Reggio Calabria con un ormai cronicizzato ritardo dei pagamenti alle imprese e ai professionisti reggini.  Adesso però é inutile leccarsi le ferite, occorre rimboccarsi le maniche e procedere spediti verso la politica del fare, del ripristino del valore delle istituzioni, da troppo tempo calpestate sia a Roma, quanto a Reggio, verso quelle politiche economiche che ridiano linfa alle imprese e quindi ai lavoratori. Gli italiani come i reggini avranno il diritto-dovere di scegliere i rappresentanti del nostro immediato futuro, non si può più sbagliare. Occorre finirla con la politica dell’odio e del linciaggio dell’avversario, i malati non vogliono più sapere di chi sia la colpa delle loro malattie, vogliono la cura, da chiunque provenga. Basta con le urla, con le accuse, con la caccia alle streghe. Si quietino i vari Grillo che proclamano sempre la presenza di catastrofi dietro l’angolo o i Tremonti che ammoniscono l’Italia di dover abbandonare l’Euro per poter risorgere. Basta con l’informazione atta solo ad alimentare il vittimismo o la ricerca del “presunto colpevole”. Adesso occorre coesione tanto a Roma quanto e soprattutto a Reggio, da parte di tutti. Non possiamo permetterci di perdere ancora tempo, ne va del futuro del nostro Paese e della nostra città. Ora, davvero, é l’ora di cominciare a dire Basta!

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