Una Reggina tutto cuore agguanta un pari d’oro sul finale

di F.C. – Antonino Barillá, reggino di Reggio, dopo una prestazione maiuscola, da distanza siderale, all’88.mo scarica in porta una “maledetta” alla Pirlo da palla ferma, agguantando un pari insperato contro un agguerritissimo Trapani. 1-1, ed il primo step della nuova Reggina si conclude con un ruolino di marcia invidiabile: 4 partite, 2 vittorie e 2 pareggi, tutte fondamentali.

Che bella Reggina, tutta grinta e cuore, non c’è che dire, questa é finalmente una squadra. Il pathos che adesso gli 11 amaranto mettono in campo, dopo 21 partite piatte della “vecchia Reggina”, senza uno stralcio di coinvolgimento, é a dir poco esemplare. É talmente forte e trascinante la carica dei giocatori amaranto che fanno sì che tutti gli osservatori del match mettano in secondo piano il fatto che il Trapani, comunque, ai punti avrebbe vinto.

Dopo le raffiche di papere viste realizzarsi nel girone d’andata, le prodezze di Pigliacelli (il migliore in campo) sembrano mettere in secondo piano il fatto che il Trapani abbia confezionato almeno 6 palle gol limpide che solo grazie alle parate “feline” del neo portiere amaranto non si sono tradotte in gol.

Eppure, questo carattere amaranto riesce non solo a recuperare lo svantaggio dopo il gol di Mancosu, con un bolide su punizione di Barillá dai 30 metri, ma lascia l’amaro in bocca quando al 91 Dumitru, sull’1-1, si divora un gol fatto. Questa Reggina potrà dire la sua fino alla fine, di questo ne siamo certi.

Certo é che, il duo Zanin-Gagliardi, sabato ha commesso due errori tattici importanti che avrebbero potuto compromettere la partita (per la prima volta dopo tre match impeccabili). Il primo errore, il più giustificabile, é quello di non aver inserito nell’11 titolare Dimitru al posto di un Di Michele che, secondo i piani dei coach, in un 4-5-1 in fase di non possesso palla, avrebbe dovuto aiutare Maicon sull’out destro avendo Gerardi come terminale centrale. Pronti via e su quella fascia, tra due “non-difensori” come Di Michele e Maicon si aprono autostrade, tanto che dopo 10 minuti dalla panchina amaranto arriva l’ordine al capitano di invertire le fasce con Sbaffo, con un Barillá che dovrà, da quel momento in poi, correre per due.

Ma capiamo quanto sia importante mantenere gli equilibri di uno spogliatoio per cui riteniamo comprensibile l’aver rimandato la prima panchina del capitano (che deve tirare il fiato, obbligatoriamente, anche per arrivare al meglio in primavera).

Il secondo e ben più grave errore tattico é stato quello di aver inserito Dimitru nella ripresa al posto di Strasser, spostando al centro del campo Sbaffo, lasciando in campo uno spentissimo Di Michele. Così facendo non solo si é regalato il centrocampo all’avversario (che intanto realizzava con Mancosu il gol del temporaneo 0-1) visto che Sbaffo così dietro ha delle evidenti difficoltà, ma ci si é impedito di vedere all’opera quello Sbaffo/Dimitru ai lati di Gerardi che in poco meno di un quarto d’ora, a Castellammare, aveva fatto sfracelli realizzando una rete e ben 3 palle gol. Un centrocampo più folto con Strasser e con Sbaffo libero di svariare sulle fasce assieme ad un sempre più interessante Dimitru, avrebbero potuto regalarci qualcosina in più e  farci soffrire di meno.

Ma come si diceva prima, questa Reggina getta il cuore oltre l’ostacolo tanto da non far sembrare peccato l’affermazione che, nonostante il nostro portiere sia stato il migliore in campo, chi ha sfiorato il gol del KO sia stata la Reggina e non il Trapani dei quasi duemila sostenitori che hanno invaso il settore ospiti.

Adesso un match di fondamentale importanza, uno scontro diretto da non perdere, a Novara, che ci precede in classifica di sole due lunghezze, sempre il solito Novara sulla strada della Reggina, magari é arrivato il momento di togliersi quel sassolone dalla scarpa di qualche stagione fa…

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