Ridateci la Reggio Calabria delle notti bianche

Reggio CalabriaDi I.D. – 22.30 di un lunedì sera reggino. Un boato fortissimo scuote la città, dal Gebbione a Pentimele, trema Reggio. Una bomba in pieno centro distrugge un’ attività commerciale a due passi da Piazza Italia, dalla Prefettura, dunque dal Palazzo del Governo. A dieci metri dal corso Garibaldi punto di ritrovo per centinaia di giovani, con il rischio concreto che oggi, dopo questo gesto, avremmo potuto contare e piangere morti e non solo danni. Morti innocenti. Ma cosa é diventata Reggio negli ultimi due anni ? Terra di nessuno, in mano alla criminalità che guadagna spazio e serenità. Terra abbandonata dallo Stato che nemmeno questa volta ha saputo mantenere fede alle proprie promesse. Stato che non è riuscita ad applicare, nei fatti, quanto dichiarato nell’Ottobre 2012 nel momento dello scioglimento comunale di Reggio. Di quella “particolare” attenzione promessa dall’ex Ministro Cancellieri oggi, in città, non vi è traccia alcuna. Ne con la gestione commissariale – altamente fallimentare – ne attraverso altri punti fermi che lo Stato dovrebbe qui concretizzare. E allora era meglio, molto meglio la Reggio di cinque anni fa, quando la gioiosa e massiccia partecipazione della comunità reggina alla vita cittadina rappresentava un vero e naturale baluardo di legalità per la collettività. “Ridateci quella Reggio”, scrive qualcuno oggi sui social network. Ridateci “Valeria Marini” e le notti bianche, gridano altri, che escono forse da un oblio lungo tre anni, culmine di una guerra fratricida che sta piegando la città, facendola ripiombare negli anni bui. Negli anni del coprifuoco, della paura di uscire di casa, di socializzare, di frequentare. Non si può tornare, inermi, così indietro. Non è giusto. Non è meritevole. Reggio aveva guadagnato fiducia, prima in se stessa, poi nell’immaginario nazionale. Il binomio Reggio- criminalità, per qualche tempo era stato oscurato dalla positività di alcuni messaggi che, su scala nazionale, attraevano anche e sempre di più turisti e curiosi. Oggi non ci sono rimasti ne i turisti e ne i curiosi. E tra poco non ci resteranno nemmeno molti reggini. Ormai spaventati e impauriti. Lo Stato batta un colpo, che non sia ad “effetto” , ma concreto, debellante, duraturo. Non passerelle, ma fatti. Sarebbe l’ora. Non vi è sviluppo in una comunità se non vi è consapevolezza di poter programmare con serenità il proprio futuro, la propria attività lavorativa. Ridateci una Reggio positiva. Ridateci la speranza. E, provocatoriamente parlando, invece che bombe omicidi, ridateci Valeria Marini e le notti bianche.

Ridateci l’immagine di 500 mila persone sorridenti.

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