Flebologia donna 2014

Il convegno scientifico-divulgativo è stato il punto di partenza per la creazione di realtà territoriali per garantire un futuro ai pazienti con linfedema

FLEBOLOGIA DONNASi è svolto presso la sala conferenze della Provincia di Reggio Calabria, il convegno “Flebologia donna 2014” che ha trattato il tema del “Tromboembolismo venoso in gravidanza e in puerperio, linfedema post – mastectomia, linfedema e postura”. L’obiettivo è stato di diffondere la cultura della flebo – linfologia e delle patologie vascolari, formulando proposte e progetti che conducano alla creazione di una rete sul territorio tra i diversi soggetti coinvolti e che possano concretizzarsi in percorsi diretti all’adeguata assistenza dei pazienti con linfedema. L’evento è stato coordinato da Francesco Lione, Dirigente medico presso U.O.C. medicina interna dell’Azienda Bianchi Melacrino – Morelli e consigliere nazionale della S.I.F.C.S. (Società Italiana di Flebologia Clinica e Sperimentale), con la partecipazione di Pietro Volpe, Direttore chirurgia vascolare presso l’Azienda Bianchi Melacrino – Morelli, in collaborazione con il Lions Club Area Grecanica Reggio Sud, presieduto da Francesco Aricò, altre associazioni e club services del territorio. L’incontro che si è diviso in due sessioni tematiche e una tavola rotonda, è stato moderato dalla giornalista Daniela Gangemi. Nell’imminente festività della donna la S.I.F.C.S., ha voluto trattare delle patologie femminili attraverso gli interventi effettuati dalle illustre relatrici: “Con l’iniziativa – ha spiegato Lione – ideata dalla Società Italiana di Flebologia Clinica e Sperimentale, in collaborazione con il Lions club Reggio sud Area Grecanica, si è inteso discutere delle patologie vascolari che colpiscono prevalentemente le donne in una condizione particolare della loro vita, la gravidanza o il periodo successivo. L’intento è stato di discutere di tromboembolismo venoso al femminile per tenere alta l’attenzione su questa subdola, ma altrettanto pericolosa condizione morbosa che se non opportunamente e precocemente diagnosticata, può portare a temibili complicanze come l’embolia polmonare in alcuni casi fatale.

Ogni paziente deve tenere presente  un breve decalogo  di alcune azioni  necessarie  per una buona gestione della patologia, come l’importanza dell’esecuzione dell’esame linfoscintigrafico nelle forme primarie prima dell’approccio terapeutico ed in vista della prescrizione dell’opportuno indumento elastico definitivo, la disposizione delle “monoterapie”, la necessità di un monitoraggio clinico e strumentale dei malati cronici, l’importanza nelle forme primarie della prevenzione verso i consanguinei, gli interventi chirurgici che costituiscono non l’unica arma terapeutica risolutrice, ma un mezzo terapeutico (con le giuste indicazioni e controindicazioni) che consenta al trattamento fisico di conseguire i massimi effetti terapeutici complessivi. A questo è necessario aggiungere che l’equipe, nel momento in cui prende in carico il paziente con linfedema primario o secondario deve essere multidisciplinare, composta quindi da linfologo, fisioterapista, psicologo, tecnico ortopedico, infermiere. Tra gli interventi da attuare
è importante l’istituzione di un Registro regionale dei pazienti per creare una cultura sensibilizzando alla tematica e coinvolgendo nelle varie iniziative le associazioni di pazienti, infine l’abolizione dei ricoveri all’estero a vantaggio delle strutture territoriali. La SIFCS e le associazione continueranno ad attivarsi  con tutti gli strumenti che hanno a disposizione, affinché quanto preposto  venga a compimento con la necessaria sinergia degli enti preposti”.Il linfedema, sia nelle sue forme primarie che secondarie, rappresenta una patologia disabilitante cronica in costante crescita nella popolazione italiana. Pietro Volpe ha indicato gli interventi in tema di prevenzione: “Il nostro compito è di ricercare attraverso una esatta anamnesi e la ricerca dei segni clinici, quando sono presenti (a volte la Trombosi Venosa Profonda (TVP) può essere assolutamente asintomatica) i percorsi diagnostici terapeutici per un adeguato inquadramento e trattamento del problema. Da cinque anni ormai dirigo la Chirurgia vascolare del territorio e sicuramente Reggio Calabria risponde ad una grande richiesta di cure ed e’ un punto di riferimento per l’opportunità di trattamento chirurgico di un vasto territorio. Per cui per rispondere all’esigenza dei pazienti, siamo tutti impegnati in un’ azione continua che può essere efficiente solo se si crea un sistema organizzativo integrato solidale tra ospedale e territorio”.L’evento è stato organizzato con il supporto del Lions club Reggio Sud Area Grecanica: “Le associazioni – ha evidenziato Francesco Aricò – devono dare il proprio aiuto al fine di promulgare iniziative atte a migliorare l’assetto organizzativo delle strutture tali da consentire un’assistenza concreta ai malati. Il Lions da sempre ha espresso il proprio sostegno e partecipazione alla promulgazione di eventi a favore dei soggetti più deboli. Sosteniamo ogni iniziativa diretta alla creazione di strutture organizzate, nel caso specifico delle patologie vascolari, per offrire appunto percorsi diagnostici – terapeutici  e servizi dedicati alle malattie femminili di maggiore livello clinico ed epidemiologico, riservando particolare attenzione alle specifiche esigenze dell’utenza. E’ importante creare  all’interno degli ospedali un approccio di genere nella definizione e nella programmazione strategica dei servizi socio sanitari”. Numerose anche le associazioni che hanno aderito all’iniziativa, come “SOS Linfedema”, presieduta da Antonio Marsico, “Associazione Donne Medico Italiane” di Carmen Marchese e “Meda” di Rosy D’Agostino.

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