Mai più figli discriminati e un maggiore intervento contro le violenze intrafamiliari

Da tutto quello che accade negli ultimi anni, constatiamo sempre più che la famiglia non si può più considerare in assoluto un’oasi di pace, un rifugio dalle durezze della vita. Verifichiamo, purtroppo, che nessuna famiglia ormai è, in re ipsa, un’entità positiva e, quindi, quale relazione tra persone, automaticamente buona. Oramai, si registra quotidianamente come ogni famiglia può diventare luogo di promozione o, al contrario, di oppressione. La cronaca, con frequenza ormai insostenibile, documenta casi di violenze intrafamiliari sino ai crimini più estremi ed efferati, come l’infanticidio, il matricidio, il parricidio, l’uxoricidio. Anche di questo si parlerà nel corso dell’appuntamento previsto per domani, giovedì 13 marzo 2014, alle ore 16.00, presso il Tribunale di Cosenza. Tema dell’incontro sarà la “Mai più figli discriminati: la legge 219/12 e successivi decreti attuativi. Aspetti giuridici, psicologici e pedagogici”.

L’evento info-formativo, organizzato dalla Sezione Distrettuale di Catanzaro dell’associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani, in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Cosenza, sarà moderato dall’addetto stampa regionale dell’AMI, Valerio Caparelli, e introdotti, come di consueto, dalla presidente dell’AMI, Margherita Corriere. I lavori seminariali prevedono gli interventi della docente dell’Università della Calabria, Anna Lasso, dello scrittore ed ex dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Cosenza, Francesco Fusca, e dello psicologo e docente dell’Università di Messina, Cristian Caruso. “Ci si domanda il perché di tutto ciò – dichiara la presidente Corriere anticipando i temi del suo intervento al convegno –. Spesso tutto questo dipende da diversi fattori che tra di loro si intersecano: deprivazione emozionale, mancanza totale di canali di comunicazione utili per aiutare i genitori nel momento della crisi, estremo egocentrismo.

Le famiglie, a volte, sono costituite da monadi racchiuse nelle loro individualità, distaccate dal resto dei componenti del nucleo: l’ethos individualista, in questi casi, prende il sopravvento rispetto ad un ethos solidale, che è l’unico che può rendere saldo e stabile il rapporto interpersonale. È facile essere burocraticamente sulla carta una famiglia. Il difficile è “fare” famiglia, ovvero esserlo in maniera autentica, in una relazione dove l’affetto, l’empatia, la solidarietà e la collaborazione siano i principali elementi che rendono stabile e concreto il rapporto intergenerazionale. C’è chi dice che il livello di violenza presente nella società si riflette nella famiglia. Certo è – conclude la presidente dell’AMI Calabria – che la società non deve promuovere il bene famiglia solo attraverso l’emanazione di nuove leggi. Sul piano legislativo il nostro Paese ha fatto indubbiamente grandi progressi, soprattutto per la tutela dei minori, ma serve ben altro. Urge una seria collaborazione tra le diverse istituzioni presenti sul territorio onde creare un clima generale positivo che offra strumenti per avvertire i sintomi di un disagio crescente, in modo che si possa intervenire in tempo e in maniera adeguata, al fine di prevenire tragedie e disagi, dei quali sono troppo spesso vittime innocenti soprattutto i bambini indifesi”.

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