I sogni segreti di Walter Mitty

The Secret Life of Walter Mitty, è questo il titolo originale dell’ultimo film diretto e interpretato da Ben Stiller, 2013, ed è la seconda pellicola tratta dal racconto omonimo scritto da James Thurber. Il solito mistero su come il senso di una frase inglese subisca l’effetto del Lost in Translation, ovvero quando essa risulta intraducibile in italiano e si cerca di trovare un corrispettivo simile, talvolta perdendo parte del significato originale. Non sappiamo per quale motivo gli italiani, addetti ai lavori, non abbiamo mantenuto una fedele traduzione de La vita segreta di Water Mitty. Una storia dove la parola “Life” ne è il leitmotiv.

Walter Mitty è un semplice impiegato dell’azienda editoriale Times & Life, in particolare, egli sviluppa i negativi fotografici di quelle che sono le copertine dei singoli numeri. Walter ha una vita normale, di tanto in tanto si “incanta”, ovvero, si ferma per qualche istante a pensare. Quelli di Walter Mitty si potrebbero definire – cinematograficamente parlando – come dei flashforward immaginari: il protagonista, in determinate situazioni, si ferma ad immaginare una possibile what if (cosa accadrebbe se), tutto quello che vorrebbe poter fare, ma non fa. Walter Mitty non osa, Walter Mitty è un eroe non agente. Questo è il protagonista della prima parte della pellicola.

Il susseguirsi degli eventi, e l’attrazione verso una donna, lo porta ad intraprendere necessariamente un viaggio. Quella che doveva essere la ricerca del negativo mancante dello spericolato fotografo Sean O’Connel (Sean Penn), uno dei pochi che ancora scatta su rullino, diventa in realtà la ricerca di Walter Mitty stesso. Un viaggio introspettivo che ha davvero inizio con la fantastica citazione a Matrix, dove Walter – posto davanti alla scelta tra una macchina rossa o una blu – sceglie la pillola rossa, quella che non lo farà più tornare alla vita di prima, quella che lo cambierà per sempre.

Ecco, possiamo tranquillamente dire che il film non è soltanto la storia sulla “scelta” di Walter Mitty, ma sulle scelte che ci troviamo ad affrontare quotidianamente, su cosa decidiamo di “vedere”, come il personaggio interpretato da Sean Penn, il fotografo O’Connel, che in una particolare sequenza rivela come si possa essere liberi di “non scattare una foto”, ovvero di godersi ogni attimo lasciando la natura dell’essere di quel momento stesso. Da qui la scelta di utilizzare il rullino, la vecchia scuola dell’immortalare un’immagine con eleganza, attesa, filosofia.

“To see the world, things dangerous to come to, to see behind walls, draw closer, to find each other, and to feel. That is the purpose of life”.

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About the Author: Ilenia Borgia