Rapporto annuale di Banca d’Italia sull’economia calabrese: situazione economica ed occupazionale emergenziale

I recenti dati e le analisi contenute nel rapporto annuale sull’economia calabrese redatto dalla sezione regionale della Banca d’Italia testimoniano incontrovertibilmente confcommerciocome la situazione economica ed occupazionale della Calabria sia emergenziale. A fronte di una diminuzione del Prodotto Interno Lordo che nel 2013 ha registrato un meno 2,8% a ben poco vale l’indicazione di una attenuazione della fase recessiva registrata tra la fine del 2013 e il primo trimestre del 2014; l’andamento pluriennale e l’esperienza di chi sul campo quotidianamente è impegnato in attività economiche ed imprenditoriali ci fanno dire che per un’inversione di tendenza ed una stabilizzazione positiva c’è bisogno di tempo e soprattutto di scelte politiche e di governo chiare ed in grado di determinare o agevolare processi di autentico e visibile sviluppo. Questa premessa – segnata da una incontestabile oggettività – ci motiva e ci spinge a formulare alcune considerazione che, ci auguriamo, possano diventare patrimonio comune ed indurre scelte conseguenti. In una Regione come la Calabria segnata da uno storico e complessivo ritardo, da un sistema economico fragile ed esposto più di altri agli effetti delle crisi tanto strutturali quanto congiunturali, da un gap infrastrutturale di significative proporzioni, dalla presenza di una pervicace e distorsiva economia illegale le scelte della politica – soprattutto per quanto attiene al livello istituzionale regionale – assumono un’importanza decisiva e determinante. Una condivisa pianificazione che individui realistici e sostenibili percorsi di sviluppo, gli investimenti pubblici, il sapiente e produttivo impiego delle risorse europee, la capacità di snellire procedure e percorsi burocratici, sono tutti elementi in assenza dei quali a poco o nulla serve il coraggio, la determinazione e l’entusiasmo con i quali gli operatori economici resistono e continuano a credere in un lavoro che dovrebbe garantire reddito alle imprese ed occupazione ai calabresi. Allo stesso tempo è bene sottolineare come tutte le scelte e le decisioni che auspichiamo a livello regionale debbano essere necessariamente precedute – ce lo testimonia la storia degli ultimi venti anni – da percorsi politici che abbiano il segno della condivisione e non lascino irrisolti quei nodi che poi, all’indomani delle elezioni, quasi sempre si sono trasformati in macigni che rallentano l’azione del Governo Regionale ed in qualche caso la neutralizzano completamente sprecando tempo ed opportunità. Assistiamo nelle ultime settimane a ciò che inevitabilmente accade quando si è prossimi alla competizione elettorale, i partiti sono impegnati nella definizione di accordi ed alleanze ma soprattutto nell’individuazione di una candidato Presidente. Come organizzazioni di rappresentanza, naturalmente, siamo ed intendiamo rimanere estranei a tali processi ma tuttavia – in ragione del nostro ruolo, delle necessità del sistema economico, delle esigenze complessive della società calabrese – crediamo sia giusto contribuire con una indicazione rivolta a tutte le forze politiche che si preparano a chiedere la fiducia ed il sostegno degli elettori. Ci preoccupano, infatti, tutte le schermaglie politiche e polemiche che si registrano nelle ultime settimane, ci preoccupa l’immagine – corrisponda o meno alla realtà – di forze politiche o di gruppi all’interno di esse che spesso solo tatticamente si muovono per raggiungere l’obiettivo a prescindere dalla visione d’insieme. Da parte nostra dunque l’indicazione che vogliamo fornire – anche quale conseguenza della premessa che abbiamo sviluppato con riferimento alla condizione economica calabrese – è quella relativa ad uno strumento che potrebbe sostanziare ulteriormente il concetto di partecipazione e risolvere tanti dei problemi che segnano questi percorsi. A tutte le forze politiche chiediamo di impegnarsi – con linearità – nell’individuare il candidato a Presidente attraverso le primarie e cioè un metodo che aiuta nella conoscenza dei programmi, consente l’approfondimento dei profili politici, permette di stimolare ed irrobustire il grado di partecipazione e – soprattutto – attraverso il coinvolgimento e la fiducia fissa punti fermi nella definizione dei ruoli, delle responsabilità e dei contenuti della prossima agenda di governo regionale. E’ un metodo – quello delle primarie – assolutamente democratico ed inclusivo e forse è anche ciò che serve alla Calabria per allontanare definitivamente liturgie e bizantinismi di una vecchia e improduttiva politica.

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