Tilde Minasi (NCD): “La Calabria ha bisogno di unità d’intenti e parti politiche compatte”

 

Non sono solita intervenire sulle prese di posizione di colleghi di partito poiché ho sempre inteso l’appartenenza ad un progetto come, e soprattutto, Tilde Minasiuno spazio di dialogo, confronto e idee anche se, a volte, in contrasto. Però ci sono occasioni, come quella inerente la dichiarazione del senatore Giovanni Bilardi, che inducono ad una riflessione. Innanzitutto credo che, in questa fase storica, la dialettica all’interno di un partito, consumata spesso a mezzo stampa, non coinvolga il territorio che è interessato, evidentemente, da problematiche ben più pressanti. Nonostante questa premessa, e il ribadire che la Calabria abbia bisogno di unità di intenti e parti politiche compatte e concentrate sui programmi, mi preme ricordare come uno dei fondamenti del NCD, sin dalla sua costituzione, sia stato dare viva voce ed importanza alla base. Ecco perchè, in merito alla richiesta di primarie, arrivata da alcuni esponenti del partito tra cui Bilardi ritengo necessario un confronto in direttivo regionale, affinchè, insieme, si decida la strada da percorrere senza personalismi o ricerche di posti al sole da mantenere in più possibile. Questo non perchè io ritenga che le primarie non siano strumento utile, ma perchè penso sia imprescindibile un coinvolgimento corale, nel quale ascoltare e recepire le diverse anime. A maggior ragione ci si pone qualche domanda se questa voglia di protagonismo, quella di accantonare un sano confronto e la necessità di sottolineare esigenze di “discontinuità nelle forme di governo”, provengono da chi, come Bilardi appunto, ha fatto parte integrante di un progetto e ne ha seguito la nascita e la crescita, tanto da approdare al centrodestra pur provenendo dalla parte avversaria, divenendo quindi assessore comunale, consigliere regionale e capogruppo della Lista Scopelliti a Palazzo Campanella e, adesso, senatore. Un percorso che egli ha potuto sviluppare proprio contando sulla coesione di un gruppo e sulla forza del suo leader. Oggi, invece, si preferisce guardare oltre i confini reggini, cercando accordi indirizzati, è lampante, solo ad ottenere un proprio risultato ed un utile posizionamento. Viene da chiedersi, dunque, che posto occupino Reggio e la sua provincia in tutto questo se l’ago della bilancia viene spostato sull’asse Cosenza e Catanzaro proprio da chi sulle rive dello Stretto e grazie a Giuseppe Scopelliti ha costruito la sua carriera politica. Perciò non vi è interesse per il partito, in particolare in questo delicato frangente, che qualcuno dia adito ad una propaganda personale all’insegna di frizioni e quindi disgregante: bisogna assolutamente individuare cammini condivisi che guardino alla strada migliore per la tutela della Calabria e dei calabresi e per riavvicinare alla politica il cittadino, il quale, proprio per situazioni del genere, si trova disorientato e disaffezionato a partiti ed isitituzioni.

 

 

 

 

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