28 Luglio 1976. Trentotto anni fa cadeva il monopolio RAI

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9:30 – Era il 28 luglio 1976 quando la Corte Costituzionale dava piena libertà alle tv locali. Cadeva così, con la sentenza n. 202, l’assoluto monopolio pubblico della Rai che dava il via alla diffusione del segnale televisivo delle televisioni locali. Un monopolio pubblico dai servizi di radiodiffusione che vede il suo avvio dallo Stato nel 1923, attraverso enti concessionari come l’Unione Radiofonica Italiana e l’Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche, enti che si trasformeranno negli anni del dopoguerra in RAI: Radio Audizioni Italia. Fino ad allora la Rai possedeva l’esclusivo spazio dell’etere in quanto limitato per ospitare più emittenti televisive. In realtà vi erano ben 400 realtà radiofoniche, pronte ad emergere, che fino a quel dì trasmettevano, in base alle  correnti leggi, in maniera abusiva. Quello della Rai, però, risultava comunque un monopolio poco amato e – addirittura – per certi versi ipocrita e bigotto. Con la sentenza n. 202, la Corte Costituzionale sancisce la fine di quella “dittatura” che – se vogliamo dar merito –  aveva portato nelle case italiane un nuovo modo di fare informazione e intrattenimento: infotainment. Pur mantenendo l’esclusiva per le trasmissioni su scala nazionale, la Rai andrà in onda allo stesso modo di altre brillanti realtà radio televisive. Il 28 luglio 1976 non rappresenta solo un traguardo dei diritti, ma comporta la nascita delle tante piccole stazioni tv nel Paese, favorendo lo sviluppo del campo pubblicitario e giornalistico.

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About the Author: Ilenia Borgia