La “ Grande Bellezza ” è Galatea Ranzi in “Fedra”

CHIUSURA DELLA TERZA EDIZIONE DEL FESTIVAL MITI CONTEMPORANEI  A REGGIO CALABRIA 

timpano_in_pasifae_MITI2014Ieri sera, 27 luglio dalle ore 21.30 a Reggio Calabria presso il Teatro U. Zanotti Bianco nell’ambito della III Edizione del Festival Miti Contemporanei della Compagnia Scena Nuda, è andato in scena “Fedra. Diritto all’amore”, produzione del Festival dell’Eccellenza al Femminile – Compagnia Schegge del Mediterraneo con la regia di Consuelo Basilari e il testo originale di Eva Cantarella. A interpretare il ruolo di Fedra è stata la straordinaria Galatea Ranzi (Premio Eleonora Duse 2012). La Nuova Fedra nella trasfigurazione della morte diventa simbolo della libertà e paladina del Diritto universale all’Amore. Ella nasce dal cambiamento, ovvero dalle ceneri della Fedra prigioniera della classicità. Il risultato è un’operazione molto attuale. Nel tentativo di visualizzare emotivamente l’interiorità dell’eroina tragica di Euripide, si raccolgono i retaggi della più moderna visione poetica della classicità. La tecnica delle proiezioni e del multimediale supporta la drammaturgia del testo classico con un nuovo livello di linguaggio che si intreccia e si compenetra con la parola.” (Consuelo Barilari) Quella interpretata da Galatea Ranzi è una Fedra profondamente moderna. L’eroina del teatro greco, moglie in seconde nozze di Teseo e travolta dalla passione fatale per il giovane figliastro Ippolito, diviene in questa trasposizione una donna consapevole anche se tormentata, ribelle e determinata nella trasgressione, pronta a sfidare nella ricerca della libertà la condanna morale della famiglia e della ranzi_in_fedra_MITI2014società. Un personaggio dirompente, profondo, sfaccettato, molto evoluto, capace di capire come rompere gli schemi e l’ordine della cultura patriarcale pur nel terribile tormento mentale. Non c’è predestinazione divina né maledizione genetica in questa nuova Fedra. Passione e intelligenza unite spingono la “luminosa” (questo il significato letterale del nome) a trasgredire; in lei il cambiamento è l’esigenza primaria a cui rispondere con il proprio istinto. Non meno moderna e dirompente della scrittura è la messa in scena, ideata dalla regista Consuelo Barilari, Direttore Artistico del Festival dell’Eccellenza al Femminile, che si ispira all’atmosfera del cinema “noir” e che colloca Fedra, l’eroina di Euripide, in una “altra” dimensione, creando un nuovo potente immaginario che la presenta in una modernità stilizzata nel glamour degli anni sessanta, tra raffinatissime toilettes, turbanti e pettinature platinate perfette. Una Fedra bellissima e misteriosa, amata e rispettata, che ha fama, ricchezza, potere, e ci ricorda per motivi diversi Jaquelin Onassis, Grace Kelly, Maria Callas: la nostra eroina è una diva, tormentata, forte e fragile assieme. Ispirandosi all’atmosfera “noir” del film Phedra di Jules Dassin (1961) lo spettacolo rompe lo schema temporale della storia, e la scena si apre quando il fatto è già avvenuto. Ippolito è appena morto in un brutale incidente di macchina e scomparso tra i flutti dell’oceano e Fedra rivive un tormentato flash-back di tutta la vicenda, prigioniera di uno spazio scenico delimitato da due grandi thulle, una “quarta parete” sul boccascena e un fondale, che l’avvolgono in un ambiente essenziale costruito da immagini filmiche, video scenografie, “emotional video” in sovrapposizioni visive e sonore che si fondono con la recitazione con effetti multimediali. La recitazione è cinematografica, Fedra si muove in un “campo medio”, dove l’azione e il dramma sono sempre al centro dell’attenzione, di fronte a un terzo occhio, quasi una immaginaria video camera fissa che la spia costantemente, anche nelle emozioni più profonde mentre l’ambiente è relegato al ruolo di sfondo. Solo un grande oggetto, una sorta di installazione, sta al centro della scena. Fedra intravede attorno a sé i fantasmi dei personaggi del dramma, e confonde la propria immagine con se stessa nel gioco di luci e ombre, in continuo scambio tra Mito, contemporaneità e altro reale.

Fedra – diritto all’amore

Con Galatea Ranzi nel ruolo di Fedra
Testo originale di Eva Cantarella
Regia e immagini Consuelo Basilari
Consulenza drammaturgiae testi greci Marco Avogadro
Musiche Andrea Nicolini
Luci Liliana Iadeluca
Editor video ed immagini Angela Di Tomaso
Creazione oggetti di scena Paola Ratto
Sarta Umberta Burroni Suono Rinaldo Compagnone
Compagnia Schegge di Mediterraneo

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