
Ciccy Cannizzaro, Vice-Presidente Nazionale della Fismo (Federazione Italiana Settore Moda) di Confesercenti, interviene sul trend positivo della stagione degli sconti. Prima che partisse la fase dei saldi, la Confesercenti ha diffuso stime secondo cui il 70% degli italiani ha effettuato acquisti durante le promozioni estive. Un trend migliore rispetto al 2013.
Qual è il trend di questi saldi 2014?
I saldi sono partiti un po’ in sordina, ma poi hanno registrato un lieve rialzo. È ancora presto per tracciare un bilancio preciso, ma dalle prime analisi emerge che la soglia di spesa media è diminuita, ma ci sono più acquisti rispetto all’ anno scorso: un segnale che le acquisizioni stanno diventando più oculate e ponderate. Quanto alla speranza nella ripresa, da un’ indagine che abbiamo fatto prima che partissero i saldi è emerso un atteggiamento più positivo dei consumatori rispetto agli imprenditori del settore, che invece sono stremati: questo è un segnale preoccupante.
Qual è lo sconto più praticato?
Al momento va dal 30 al 50%, ma potrebbe aumentare ancora durante il mese di agosto. Il problema semmai è come mantenere l’ attenzione della clientela, visto che i saldi dureranno per due mesi, fino a settembre. Anche perché c’ è gente che ha già cominciato a comprare con promozioni anticipate, grazie ai pre-saldi. Secondo me le offerte anticipate sono un fenomeno negativo, che rischia di danneggiare la categoria, avallando la cattiva abitudine degli esercenti a partire con gli sconti un po’ prima dei vicini e dei concorrenti. Si rischia una dispersione dell’ interesse per un senso di disorientamento del consumatore, che fatica a individuare il momento in cui può fare un buon affare.
Ma con la diffusione delle vendite flash, dei coupon e di altri sistemi per comprare a sconto su Internet costantemente, non è già saltata la definizione temporale dei periodi in cui comprare?
I coupon vanno inquadrati come un fenomeno ben preciso: è uno strumento di marketing, ma non commerciale, anche se funziona molto meglio sulla ristorazione, e meno su altre categorie merceologiche come l’ abbigliamento. Si spende per farsi conoscere. Le vendite flash invece sono un’ altra cosa, sono dei metodi per sgomberare i magazzini da resi e rimanenze, quindi secondo me rappresentano degli acquisti casuali, si collocano su un altro mercato rispetto a quello degli acquirenti in saldo nei negozi, in cui vengono seguiti e consigliati con professionalità definite ed esperte.