Abuso e violazione di domicilio subita dal giudice Giuseppe Tuccio
“La stessa, attraverso il balcone aperto, notava nella stanza adibita a studio dell’esponente la presenza di tre soggetti di sesso maschile di cui uno è stato riconosciuto nella persona del Capitano dei Carabinieri A.P. in servizio presso il Comando R.O.S. di Reggio Calabria……. “
Conferenza stampa inquietante e di accusa quella tenuta oggi dal Presidente Giuseppe Tuccio presso l’ Hotel Excelsior per informare la stampa dell’avvenuto deposito di una denuncia penale con la quale ha chiesto la condanna del Comandante dei Carabinieri R.O.S. A.P. scoperto all’interno della propria abitazione, unitamente ad altri due individui, mentre all’interno dell’appartamento non vi era nessuno. Per giunta, filmato regolarmente dalle telecamere dell’impianto di videosorveglianza dell’edificio. Il Presidente comunica l’accaduto ma è visibilmente amareggiato: il suo non è lo sfogo di chi ritiene, semplicemente, di aver subito un torto da “normale cittadino” che deve avere riconosciuto il diritto alla inviolabilità della propria abitazione, concetto che ribadisce più volte parificando la propria condizione a quella di tutto il resto della popolazione reggina. Non lo dice ma si comprende, invece, che il suo è lo sfogo del Servitore dello Stato che si vede tradito proprio da altri presunti servitori dello Stato e lo “ … sconvolge la semplice supposizione di essere stato oggetto di tanta arbitraria operazione, la cui qualificazione giuridica egli interpreta di violazione di domicilio aggravata ed abuso d’ufficio.”. E’ la Città che indietreggia di fronte a questi avvenimenti: una Città evidentemente stretta nella morsa della “Borghesia Mafiosa” alla quale il Presidente addebita le colpe del regresso in cui è piombata. L’avv. Aurelio Chizzoniti, difensore dell’ alto Magistrato oggi in pensione, non trova sufficienti parole per esprimere a pieno la valenza della attività del Presidente nel corso della sua carriera svolta sempre in prima fila contro la criminalità mafiosa e non, ma stigmatizza la palese violazione subita dal suo assistito e lo sostiene pienamente nella richiesta di punizione del colpevole. Punizione che, aggiunge il Presidente stesso, potrebbe anche arrivare dalle inchieste interne scaturenti dalla attività che potrebbe porre in essere il Comando Generale dell’ Arma dei Carabinieri prontamente informato dell’accaduto. Ma la vicenda potrebbe essere collegata alle già note relative allo scioglimento del Comune di Reggio Calabria fondato anche sui rapporti sentimentali dell’avv. Tuccio con l’avv. Giampiera Nocera? Risponde direttamente l’avv. Tuccio che mette in evidenza che il riconoscimento del Capitano A.P. è avvenuto proprio da parte dell’avvocatessa Nocera che l’ha visto testimoniare nel processo in corso nei confronti della propria madre nel ruolo di autorità di PG e con riferimento al ritrovamento di un “bigliettino” da sempre, invece, disconosciuto dalla sig.ra Cotroneo che nega di averlo mai ricevuto e detenuto in casa propria. Ecco a voi un’altra oscura vicenda da accertare e sulla quale sarebbe necessario meditare e riflettere approfonditamente.