Renzi, Reggio Calabria: diversi i temi trattati. Contestazioni da parte di precari, disoccupati e cassintegrati

Renzi è tornato. Reggio Calabria lo attendeva con ansia. A parte l’espressione ironica, se non altro, l’arrivo del Presidente del Consiglio è servito per dare nuova linfa alle aspre discussioni che da diversi mesi hanno come oggetto la distanza inaccettabile tra cittadini ed istituzioni. Dopo l’arrivo dei commissari, polemiche politiche e proposte tragicomiche di alcuni (ex) rappresentanti del popolo (per non fare nomi, Falcomatà) a parte, la città ha vissuto probabilmente uno dei periodi più discutibili di mancanza di comunicazione proprio con le istituzioni. Per conseguire ormai non sa più quali obiettivi, perché non è stato raggiunto alcun risultato utile a seguito dello scioglimento del comune, le esigenze della gente, i problemi veri della nostra comunità, sono passati in terzo piano, lasciando uno spazio vuoto colmato solo dalla rassegnazione e da una generale ostilità verso la classe politica. Non stupiscono, quindi, le protese rivolte al Segretario del Pd, da parte di precari, disoccupati e cassintegrati, oltre che gente comune, che lo attendevano radunati a Piazza Italia, davanti alla prefettura, muniti di striscioni di protesta ed esclamando dure espressioni di contestazione. Probabilmente Renzi, in visita a Reggio Calabria in occasione del suo breve tour al sud, era consapevole dell’aria che avrebbe respirato, non solo in città, ma anche in provincia e ha preferito evitare l’incontro tanto atteso con gli operai del porto di Gioia Tauro che stanno affrontando il drammatico spettro dei licenziamenti. A Reggio, invece, è entrato in prefettura dal retro. Ma questi atteggiamenti che sicuramente indignano non devono più stupire. La classe politica ci ha abituato a queste performance nel momento in cui, pur dichiarando di essere al lavoro per il Paese, non è in grado di affrontare personalmente il dramma dei lavoratori. Non parliamo neppure della risoluzione dei problemi. Le uniche soluzioni “serie” offerte dagli ultimi Governi riguardano le privatizzazioni, le svendite, i licenziamenti, l’attrazione di investitori stranieri. Noi, come Paese, siamo fermi. All’intero delle Prefettura Renzi, seguendo un copione già scritto, si è prodigato nella solita arte della parola, discutendo di occupazione, elezioni regionali, sanità, nonché del completamento dei lavori dell’autostrada e del tribunale di Reggio. Questi i passaggi più importanti del suo intervento. ” Ho parlato con Moretti (presidente di Finmeccanica ) – ha affermato – il quale mi ha comunicato che per le Omeca ci sono lavoro e commesse fino a tutto il 2017. La preoccupazione di lavoratori e lavoratrici circa una possibile chiusura non c’è; fino a tutto il 2017 non ci sono problemi “. “Il porto di Gioia Tauro – ha aggiunto – sarà inserito nelle misure riguardanti la portualità e gli interporti che verranno esaminate dal consiglio dei ministri del 29 agosto”, sebbene “sulla zona economica speciale non siamo nelle condizioni per un impegno sull’approvazione ma siamo disponibili ad avviare una discussione”. Ha ricordato, inoltre, che “i soldi per il completamento del Tribunale di Reggio Calabria sono pronti” e ha concluso affermando che “nel provvedimento Sblocca Italia ci saranno nuove misure per la Salerno-Reggio Calabria”. Coloro che, ancora speranzosi, si aspettavano qualcosa di più concreto ed evidente, rispetto alle solite chiacchiere, sono rimasti delusi. Nuovamente.

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About the Author: Luigi Iacopino