Scozia, referendum indipendenza: Whashington dalla parte unionisti

Si avvicina il referendum sull’indipendenza della Scozia, fissato per il 18 settembre,ma i sondaggi non confermano alcuna tendenza chiara e netta, infatti vi è praticamente un testa a testa tra i “sì” e i “no”, cioè tra gli unionisti che avrebbero il 51% contro il 49% degli indipendentisti, mentre soltanto a Fetlar, isola sul Mare del Nord al largo della Scozia, gli scozzesi hanno già espresso il loro voto per posta. Il referendum per l’indipendenza scozzese suscita poco interesse tra gli americani, la maggior parte dei quali conta antenati in Scozia e nel resto del Regno Unito. Nessun dubbio invece per il Presidente Obama,che ha affermato:“Il Regno Unito deve essere un alleato forte e unito”. Una posizione ribadita questa settimana anche dal Dipartimento di Stato statunitense, come spiega la portavoce Marie Harf:“Abbiamo tutto l’interesse a far si che il nostro piu vicino alleato, il Regno Unito, resti un partner forte, unito ed efficace. L’ultima parola, pero, spetta alla popolazione scozzese”. A creare qualche problema agli Stati Uniti è la questione dei sottomarini Trident, basati in Scozia ed a preoccupare Washington, poi è anche il destino della partecipazione britannica al suo programma nucleare col ruolo che il Regno Unito ha nel garantire la sicurezza dell’occidente nella Nato. Washington per ora sembra tranquilla, ma voci confermano una certa attesa per i risultati del 18 settembre. “Se gli scozzesi dovesse scegliere per il si giovedi prossimo l’amministrazione Obama accetterà in modo riluttante il risultato” afferma il corrispondente di Euronews Stefan Grobe “Per Wasington si tratterebbe di assistere al divorzio dei suoi due migliori amici. Andare avanti sarebbe difficile e rappresenterebbe l’inizio di una storia diversa”. Una forte identità nazionale, un proprio parlamento, una fiorente industria turistica: Scozia ha una reale indipendenza in quanto a ricchezza, ma non è certo che possa essere più ricca in caso di indipendenza da Londra, infatti ad oggi l’economia del Regno Unito vale l’equivalente di 2 mila 443 miliardi di euro, quello della Scozia è pari a 193 miliardi. Le dimensioni dei due mercati non sono dunque paragonabili e per molti imprenditori scozzesi il rischio di perdere l’accesso diretto al mercato del Regno Unito può rivelarsi un grande svantaggio. Quella dell’indipendenza della Scozia è una questione piuttosto complicata che potrebbe anche avere un impatto economico e conseguenze sull’intera Unione Europea, quindi qualunque sia il verdetto delle urne la prossima settimana andra comunque letto ed interpretato anche al di fuori dell’Inghilterra.

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About the Author: Giulio Borbotti