Migrazione, Aspromonte protagonista, censiti oltre 20 mila tra rapaci e cicogne

foto capovaccaio (Angelo Scuderi)Il Parco dell’Aspromonte non è solo boschi e montagne ma anche mare e cielo. Quest’ultima connotazione assume rilievo inscindibile per la biodiversità di tutto il Mediterraneo, perché transitano nei cieli dell’Aspromonte la quasi totalità delle specie migratorie provenienti dall’Europa diretti nel continente africano. L’esperienza acquisita in quattro anni di monitoraggio continuo, che ha coinvolto decine di giovani esperti e ausiliari provenienti da tutt’Italia, ha permesso all’Ente di porsi al vertice di un’azione di sistema trasversale con altri quattro parchi nazionali per gestire la “Rete euromediterranea per il monitoraggio, la conservazione e la fruizione dell’ avifauna migratrice e dei luoghi essenziali alla migrazione”. Il progetto, gestito, finanziato e coordinato dall’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte  e che si concluderà entro il 10 ottobre, parte appunto dal presupposto che il territorio italiano, ed alcuni Parchi nazionali, tra cui l’Aspromonte, il Circeo e il Gargano sono situati lungo le più importanti rotte di migrazione pre-nuziale e post-nuziale di rapaci e cicogne dell’area centrale del Mediterraneo e l’Aspromonte, in particolare, è collocato nel più importante bottleneck (“collo di bottiglia”) per la migrazione di queste specie tra Italia e Africa. Il sito rientra tra i cinque siti di maggiore importanza in Europa e nei 100 siti più importanti a livello mondiale. Oltre 20.000 i rapaci e cicogne già censiti: il più numeroso è il falco pecchiaiolo seguito dal nibbio bruno e dal falco di palude. Tra le specie rare il Capovaccaio, ad alto rischio di estinzione, del quale è stata osservata attraversare lo Stretto circa il 50% della popolazione dell’Italia continentale. Da qualche giorno è possibile osservare specie rare come la cicogna nera, il biancone e le aquile minori. L’avanzare della stagione invernale, con l’abbassamento delle temperature e le condizioni meteo incerte, favoriscono la sosta di queste specie nel territorio del Parco e nelle aree adiacenti. Basta un binocolo, una giacca a vento, un buon cappello e un po’ di pazienza per osservare dai “campi” aspromontani che si affacciano sulla Piana stormi di rapaci e cicogne “veleggiare” verso il sud.

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