Isis, decapitati 4 curdi: Turchia schiera 10.000 soldati al confine Siria. Australia inizia voli su Iraq

Purtroppo la barbarie dell’Isis non si arresta e continua a procurare orrore, decapitando vittime innocenti. Stavolta si tratta di tre donne, per la prima volta, ed un uomo, tutti combattenti curdi fatti prigionieri in Siria. Intanto è apparso anche un nuovo video di John Cantlie, il reporter britannico tenuto in ostaggio, dove il “Califfo” Abu Bakr al Baghdadi manda a dire con tono di sfida che «la strategia di Obama è prevedibile» e «il nuovo conflitto» in Siria e in Iraq, ovvero «la terza guerra del Golfo», «non renderà l’Occidente più sicuro»: con i raIsis usaid, assicura, non vincerete. Tutto ciò non fa che alimentare l’allarme in Occidente, tanto che il ministro degli Interni britannico, Theresa May, è arrivata da ammonire che «l’Isis, se non contrastato e lasciato proliferare in Iraq e Siria, potrebbe diventare un vero Stato terrorista, e arrivare a costituire anche una minaccia nucleare, in quanto potrebbe dotarsi di armi chimiche, biologiche o persino nucleari». Si apprende poi che anche il governo turco ha ufficializzato la sua richiesta al Parlamento per avere via libera a colpire in Iraq e Siria. Ci sarebbero infatti, secondo diversi media turchi, 10.000 soldati di Ankara schierati al confine siriano in stato di «massima allerta» dopo i colpi di artiglieria di domenica. Secondo quanto hanno reso noto fonti curde, la controffensiva dei peshmerga è scattata all’alba, con il sostegno dell’artiglieria e dell’aviazione irachena, oltre che dei caccia Usa, e si sta sviluppando in tre diversi settori del Nord dell’Iraq, riconquistando diversi villaggi che erano finiti sotto il controllo dell’Isis. Giunge infine inaspettata la notizia che anche aerei australiani da ricognizione e rifornimento inizieranno a sorvolare l’Iraq a sostegno delle operazioni della coalizione contro l’Isis, come ha annunciato il premier australiano Tony Abbott, aggiungendo che non è stato ancora deciso se impegnare nella missione anche aerei da combattimento. “Sono in attesa di chiarimenti dal governo iracheno e di un’ulteriore decisione dal nostro governo”, ha riferito Abbott.

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About the Author: Giulio Borbotti