Lucy

Schermata 10-2456937 alle 17.21.11In vetta alla classifica dei film più visti nelle ultime due settimane troviamo Lucy di Luc Besson. Un “Effetto Lucy” che resta stabile sul podio di questo periodo cinematografico e che non accenna a voler lasciare la staffetta. Perché quella di Luc Besson è l’ennesima pellicola dove troviamo un’eroina indimenticabile, che nonostante rientri nella sfilata delle femme fatale del cineasta francese, riesce a ritagliarsi il marchio di originalità. Seppur le analogie con Nikita (1990) e Leeloo (Milla Jovovich de Il Quinto Elemento, 1997) potrebbero essere parecchie, la Lucy di Scarlett Johansson riesce a farsi strada fra i cliché caratteriali del buon Besson. Un film, Lucy, che si presenta in maniera unica e formidabile dal punto di vista discorsivo per i primi strepitosi venti minuti, dove lo spettatore viene catturato da un’alternanza di immagini che scorrono su due binari differenti, ma narrativamente ben saldi tra loro. Un incipit che evoca molto di più di quanto ci si potrebbe aspettare da un accenno di trama intravisto nel trailer. Una storia scritta dallo stesso Besson che pone l’attenzione sulle capacità umane e sullo sviluppo di quel 10% dell’evoluzione in cui l’essere umano è fermo. In questo viaggio scientifico troviamo Morgan Freeman, professore alla Sorbona, che elenca gli ipotetici “steps” tradotti in percentuale delle capacità di cui l’uomo sarebbe in possesso, ma che per una plausibile teoria non riesce ad utilizzare. Entra in gioco Lucy, una biondina svampita e un po’ sballata che si ritrova catapultata in un affare più grande di lei. Un traffico di una nuova sostanza “stupefacente” che le viene collocata in un sacchetto all’interno del corpo. Il contatto con questa nuova droga porta ad uno straordinario risultato: Lucy, in un crescendo di azione e adrenalina, sviluppa nel giro di 24 ore il 100% delle capacità.j

Un esperimento, quello di Besson, davvero rischioso, non tanto per la credibilità della storia (scritta ben dieci anni fa e resa parzialmente “attendibile” grazie agli studi effettuati in questo arco di tempo) quanto per la scelta di come essa stessa viene sviluppata e consegnata al pubblico. Se per i primi venti minuti si rimane affascinati dal ritmo dell’opera visionaria del caro e vecchio Luc, per il resto del film ci si illude che venga mantenuto lo stesso stile, la stessa formula, la stessa carica. Non si può certo dire che Lucy sia un film deludente, ma – come la sostanza di cui Scarlett Johansson è soggetta – si tratta di una sceneggiatura instabile e dal risultato inversamente proporzionale al crescendo di quel 100%. Si parte alti, si parte bene e ci si dirige verso il basso, mentre la nostra Lucy, da quel 10%, culmina nella perfezione completa. Un film, che malgrado l’amaro in bocca, merita di essere visto: vuoi per la bellezza e la bravura della Scarlett, vuoi per le immagini girate con gli effetti speciali realizzate dai super esperti della Industrial Light & Magic di San Francisco (Guerre Stellari docet), vuoi anche per quel piccolo ruolo affidato ad un bravo attore italiano come Luca Angeletti.h

“Non si muore mai davvero” – Lucy

Ilenia Borgia – Critica Cinematografica

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