Reggina in picchiata verso la D, i tifosi a Foti: “adesso Basta!”

Lillio Foti AmL’ennesima sconfitta, oggi materializzatasi sul campo della modesta Melfi, dopo una settimana strana che ha visto finire fuori rosa Viola, Condemi e Di Michele, è la goccia che fa traboccare il vaso della pazienza dei tifosi. “Non ce la facciamo più!“, gridava la tifoseria nella mesta partita interna col fanalino di coda dell’Aversa, 7 giorni fa. Purtroppo la picchiata della squadra dello stretto non sembra avere fine oramai da anni ma è chiaro oramai a tutti che l’artefice, reo responsabile, è solo ed esclusivamente uno: il Presidente Foti. Parlare di tattica, di giocatori, di mercato, di allenatori suona come ridondante e ridicolo da parte del proprietario della Reggina. La verità è sempre una e da sempre è disponibile a tutti: Foti ha cancellato, distrutto, annientato tutto ciò che rappresenta una società di calcio professionista. Ruoli dirigenziali poco condivisibili, versamenti obbligatori previdenziali ed erariali pagati in ritardo tanto da aver regalato punti di penalizzazione sia l’anno scorso che questo (-4 finora ma sono in arrivo altri), calciatori che lasciano lo stretto con l’immagine di una società allo sbando, rischi di fallimento, assenza di dirigenti che si occupino della squadra, ecco che tutto ciò mette in second’ordine le problematiche tecniche, di una squadra costruita male e che si arrabatta nelle inesperte pur se gloriose mani di Ciccio Cozza. Ecco che la città tutta grida “basta“! Le miriadi di calciatori ceduti negli anni con incassi solo per le tasche della proprietà , con investimenti tecnici minimi rispetto alla mole di milioni di euro di realizzo (gli ex calciatori che ancora oggi militano in serie A e serie B rappresento l’esempio del patrimonio tecnico dilapidato negli anni), le girandole di allenatori sempre verso il basso in termini di esperienza e qualità, hanno portato allo stremo la tifoseria. Oggi siamo passati alla mancata programmazione non tanto delle qualità tecniche della rosa ma dei pagamenti obbligatori verso lo Stato e gli obblighi ex lege. Il disamore per la squadra amaranto in città è oramai diffuso. L’aria che si respira al Granillo è terribilmente piatta, appollaiata su un sentimento di assuefazione al basso e alla mediocrità che desta sgomento a chi vede nella Reggina qualcosa di più che una società per azioni di proprietà del sig. Foti. La preoccupazione di ciò che c’è attorno alla squadra oramai riguarda obblighi e attività che si svolgono nei vari uffici di lega o dello Stato prima ancora  dello spettacolo scarno che si manifesta sul campo. Lillo Foti è certamente il presidente che ci ha portato in serie A, nessuno cancellerà la storia, ma potrà essere anche il primo presidente a portarci in serie D (mai retrocessa così in basso la Reggina nella sua centenaria storia), speriamo di non dover ricevere mai questo boccone così amaro. Per chi scrive, meglio chiunque altro, meglio il fallimento societario, meglio qualunque cosa che non abbia più a che fare col presidente Foti. La città chiede vigorosamente che Foti porti le carte al Tribunale se non ha alternative alla sua dirigenza, nelle mani del Giudice, dott. Campagna (peraltro tifosissimo amaranto) affinché, come avvenuto a Bari l’anno scorso, si possa trovare qualcuno meritevole di guidare la gloriosa casacca della Reggina. È un atto dovuto alla città. La società è la sua, vero, ma se si vuol del bene a questa squadra e a questa città occorre mettersi da parte. La gloria e i denari, entrambi ottenuti in grandezze enormi, possono essere oramai sufficienti, la favola è finita ma la città non si merita un finale horror, forse oramai inevitabile, ma si vuole quantomeno conservare la speranza nel futuro e la speranza potrà esserci solo con una Reggina probabilmente senza più la presenza di Foti.

F.C.

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