“L’accordo è più solido che mai”

Il valzer sulla legge elettorale sembra essere finito, come era prevedibile, con un nulla di fatto. Gli equilibri politici, almeno per momento, non cambiano e il patto del Nazareno, seppur claudicante, non è stato messo in soffitta. Semmai, rattoppato, ma non stracciato definitivamente. Insomma, il teatrino della politica ci ha fatto assistere all’ennesimo triste spettacolo, tanto è vero che qualcuno ha malignato sul fatto che era tutta una trovata più o meno pubblicitaria, volta solo a ridefinire meglio gli accordi tra Renzi e Berlusconi su altri argomenti, differenti e, per il momento, non conosciuti. Il vertice tra il Capo del Governo e il leader di Forza Italia, comunque, è iniziato nel tardo pomeriggio di ieri, intorno alle 18, e si è protratto per quasi due ore.

elezioniAl termine è stato, infine, emesso un comunicato ufficiale, dal quale emerge chiaramente l”ampia attenzione rivolta all’esigenza concreta della “governabilità” del Paese, scopo a cui dovrebbe tendere la riforma di un sistema istituzionale che deve garantire, inoltre, “un vincitore certo la sera delle elezioni, il superamento del bicameralismo perfetto e il rispetto tra forze politiche che si confrontino in modo civile, senza odio di parte”. Convincimento, questo, già espresso, sino quasi alla nausea, in innumerevoli circostanze nelle settimane appena trascorse, che si affianca ad un altro convincimento, anch’esso ribadito sino alla sfinimento, ovvero la necessità di condurre questa legislatura “fino alla scadenza naturale del 2018”.

la_legge_e_uguale_per_tuttiNiente di nuovo, quindi, sul piano degli equilibri politici che si sono creati immediatamente dopo la nomina dell’ex sindaco di Firenze a Presidente del Consiglio. È scongiurato (o pare essere scongiurato), pertanto, quello che in tanti consideravano un rischio, ovvero le elezioni democratiche, da alcuni, invece, affannosamente invocate, giacché l’attuale esecutivo, che non gode di legittimazione popolare, si fonderebbe, dal punto di vista di chi sostiene questa soluzione, su una maggioranza troppo eterogenea e continuamente instabile. Convinzione questa, a dire la verità, poco condivisibile, ove si consideri che, su diversi progetti di riforme, polemiche faziose e strumentali a parte, c’è stata ampia condivisione. Il che non fa altro che avvalorare la tesi, impensabile fino ad un anno fa, secondo la quale le differenze tra i due grandi poli, centrosinistra e centrodestra, sia stiano via via assottigliando, sino ad arrivare, in alcuni casi, ad una certa stucchevole convergenza anche sui temi etici, Forza Italia e Partito Democratico insegnano.

I percorsi alternativi – delineati soprattutto dalla Lega Nord, che vorrebbe estendersi anche al sud con un nuovo soggetto politico affiliato alla casa madre federalista, da Fratelli d’Italia e dal Movimento Cinque Stelle – non sembrano affascinare più di tanto il resto della classe politica, a differenza dei cittadini sempre più insoddisfatti ed in cerca di nuove prospettive. “L’impianto di questo accordo (il Nazareno ndr) – si legge, infatti, nella nota – è oggi più solido che mai, rafforzato dalla comune volontà di alzare al 40% la soglia dell’Italicum, e dall’introduzione delle preferenze dopo il capolista bloccato nei 100 collegi”. Nell’ottica di non far naufragare quella che è considerata una “una grande opportunità per modernizzare l’Italia”, quindi, “le differenze registrate sulla soglia minima di ingresso e sulla attribuzione del premio di maggioranza alla lista, anziché alla coalizione, non impediscono di considerare positivo il lavoro fin qui svolto e di concludere i lavori in Aula al Senato dell’Italicum entro il mese di dicembre e della riforma costituzionale entro gennaio 2015”. Anche su fronti opposti – si apprende, in conclusione – maggioranza e opposizioni potranno lavorare insieme nell’interesse del Paese e nel rispetto condiviso di tutte le Istituzioni».

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About the Author: Luigi Iacopino