Napolitano, dimissioni: l’86% degli italiani è favorevole

Negli ultimi due giorni l’Italia politica, come è accaduto del resto in molti altri Paesi, ha concentrato la propria attenzione soprattutto sui fatti di Parigi. Ci si è interrogati – e lo faremo ancora per parecchio tempo – sulle cause e sulle possibili conseguenze, sulle reazioni e sulle risposte da coordinare a livello europeo e mondiale. Tuttavia, lentamente e prepotentemente sono tornati sulla scena i problemi politici di casa nostra, a cominciare dalle imminenti dimissioni di Giorgio Napolitano e dal successivo iter che dovrà (necessariamente) portare alla scelta del nuovo Capo dello Stato, questione che occuperà la cronaca nazionale per i prossimi giorni. Di questa faccenda si è già ampiamente discusso, ma adesso si sta arrivando alla resa dei conti, non più rinviabile e rispetto alla quale i diversi partiti politici dovranno assumere una posizione trasparente e definitiva.

Innanzitutto, è opportuno sottolineare come ci sia un dato di partenza che induce ad una attenta riflessione. Secondo quanto è emerso da un sondaggio dell’Istituto Ixè, l’86% degli italiani è d’accordo con le dimissioni del Presidente della Repubblica. Dato, questo, che mette in evidenza una circostanza rilevante, ove si consideri che, non solo stanno inesorabilmente crollando i consensi a favore del Governo Renzi (il terzo consecutivo che non gode, tra l’altro, di legittimità popolare), scesi al 37%, ma anche la fiducia nei confronti di Re Giorgio, che può essere considerato come il vero artefice dell’attuale situazione politica italiana. Il presidente, pertanto, non godrebbe più della simpatia degli italiani che vorrebbero cambiare. Su chi prenderà il suo posto, però, c’è totale incertezza. Di nomi ne sono stati fatti diversi ma su nessuno di essi c’è stata convergenza di opinioni, da Prodi ad Amato, da D’Alema a Draghi, tanto è vero che lo stesso Presidente del Consiglio, che inizialmente avrebbe voluto escludere dai giochi Forza Italia, ha chiarito che la scelta del nuovo Presidente della Repubblica dovrà coinvolgere anche il partito di Silvio Berlusconi. Ennesimo cambio di opinione di Matteo Renzi – ma ormai ci siamo abituati – che, evidentemente, non può fare a meno dei voti dell’area moderata e conservatrice. Resterebbero, quindi, esclusi Lega, Fdi e M5s.

Quel che è certo è che non sarà una faccenda facile da risolvere, anche perché, Capo dello Stato a parte e superata la fase della fiducia a favore dell’attuale esecutivo, la forte perplessità nei confronti di buona parte dalla classe politica sta nuovamente diffondendosi tra i cittadini italiani. Crollano, come già detto, i consensi a favore del Governo e dei partiti di Maggioranza, scendono ancora quelli a favore di Forza Italia e del Movimento di Beppe Grillo. A crescere, in questo panorama triste e controproducente, sembrerebbero essere soltanto il Carroccio e, ovviamente, la generale prospettiva di astensione.

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About the Author: Luigi Iacopino