Minasi: riflessione su attuale situazione politico – istituzionale

Tilde MinasiSi potesse riassumere con una parola l’attuale fase che caratterizza il momento politico italiano e calabrese, credo che il sostantivo immobilismo potrebbe rappresentare al meglio ciò che, quotidianamente, rimbalza dai mass media e si trova sotto l’occhio, attonito, dei cittadini. Ogni giorno osserviamo, con un misto di incredulità ed anche amarezza, a decisioni, o non decisioni, che si snodano e si sviluppano intorno ad un unico, e a quanto pare molto sentito, argomento: la ricerca di soluzioni adatte solo a garantire determinate posizioni.  Il tutto arricchito da una sorta di lentezza insopportabile come se i problemi della nostra regione e dei calabresi non dovessero essere affrontati con una certa urgenza e con piglio deciso: il che non comprende l’attendismo soprattutto quando questo si materializza solamente per cercare di accontentare tutti coloro che (forse troppi) hanno contribuito alla vittoria del centrosinistra. Vittoria, è bene ricordarlo, che è maturata il 23 novembre.  In questi mesi nessun programma e nessuna Giunta varata ma in compenso tanto caos, le questioni inerenti le tematiche più delicate che si accumulano, e le attenzioni concentrate unicamente “ad personam”, variazioni di statuto comprese. E nel mentre? Dal Governo neppure un flebile sussurro sulle esigenze della nostra regione, se non la richiesta di “accogliere” tra gli esponenti dell’esecutivo un ministro che rientra nella complicata scacchiera di accordi ed inciuci che abbiamo già potuto ‘assaporare’ nel corso della prima seduta del Consiglio.  Dove sono gli impegni assunti da Renzi in pompa magna soprattutto nei confronti di Reggio? Apprendiamo del dimezzamento del Decreto Reggio e non possiamo non attribuire il beneficio del dubbio al sindaco Falcomatà il quale, a stretto giro di boa, ha garantito la strenua difesa della legge speciale nei tavoli preposti. E questo solo per citare la più recente notizia che riguarda un certo atteggiamento nei confronti dei nostri territori, al cui indirizzo pochissime e impalpabili sono state le voci pronte a garantirne gli interessi, così come ci si aspetterebbe quando comune, regione ed esecutivo nazionale sono allineati sulla stessa lunghezza ideologica. Invece anche la parte reggina seduta tra gli scranni del Parlamento ha partecipato a questa decurtazione ben evidenziata nella legge di Stabilità. Sorge perciò spontaneo chiedersi cosa aspettarsi, in Calabria e in particolare sulle rive dello Stretto, da un Governo tutto avviluppato sul cosiddetto Patto del Nazareno tanto da non accorgersi delle enormi difficoltà degli italiani, dei calabresi e reggini ancor di più.  I nostri interlocutori, coloro che ci rappresentano, al di là delle posizioni politiche, devono dimostrare con atti concreti di essere vicini alla popolazione, impegnarsi per superare le logiche di compiacimento a chi elargisce  poltrone ed incarichi, rendersi conto che oggi, con tale atteggiamento, potranno  ottenere un ruolo che determina più o meno potere ma che non potranno rispondere con quest’ultimo alle necessità che palesemente la Regione, il luogo dove vivono, il luogo che ha dato loro fiducia, presenta.

Il vero patrimonio che vale la pena accumulare è solo la crescita del nostro territorio. Tutto il resto è mero opportunismo.
Tilde Minasi
Ex Consigliere Regionale

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