Riforma costituzionale: è scontro le opposizioni disertano

27/01/2014 Firenze, giornata della memoria, nella foto il sindaco Matteo RenziPuò un Governo che non gode di legittimazione elettorale – come quello guidato dal “democratico” Matteo Renzi, rafforzato dal Nuovo centrodestra di Alfano e dalla recente campagna acquisti partitocratica – riformare la Legge Fondamentale di uno Stato? E, data questa circostanza di per sé grave, può farlo nonostante l’assenza pressoché totale delle opposizioni che non hanno partecipato ai lavori a seguito, tra l’altro, di un recente cambio (ovviamente non elettorale) della maggioranza?

Le ultime ventiquattro ore hanno senza dubbio espresso uno degli spettacoli più indecenti che la storia della repubblica italiana regalerà (si fa per dire) alle generazioni future. Molto probabilmente si è toccato il livello più basso degli ultimi quarant’anni.aula rissa riforma costituzionale Ma non c’è né da stupirsi né tantomeno da pensare che la situazione della classe politica italiana non possa degenerare ulteriormente. Tra false promesse, intenti sbandierati e poi traditi, un non meglio precisato e più volte ritoccato programma di governo e cambi di casacca e maggioranza, l’esecutivo guidato da Matteo Renzi è iniziato nel peggiore modo possibile e, molto plausibilmente, finirà lasciando in dote al popolo italiano divisioni ed illusioni ancora più grandi. Si consolida, innanzitutto, la certezza che se un simile comportamento lo avesse assunto un uomo come Silvio Berlusconi sarebbe stato etichettato utilizzando gli attributi e i termini più spregevoli, non fosse altro per il fatto che è stato attaccato anche per molto meno, almeno dal punto di vista della vita Parlamentare.

L’approvazione senza opposizioni

Sta di fatto che la Camera dei Deputati, in un una serata surreale caratterizzata da un clima di guerra fredda interna, che ha visto le opposizioni unite nel lasciare l’Aula in segno di forte protesta, ha approvato gli emendamenti alla riforma del Senato, riscrivendo quindi la Carta Costituzionale (seconda lettura della riforma costituzionale). Il via libero definitivo dovrebbe arrivare i primi giorni di Marzo. Sono stati ovviamente bocciati tutti gli emendamenti delle opposizioni.

Niente accordo tra Pd e M5s

di battistaGià ieri sera le notizie che pervenivano dall’Aula di Montecitorio fotografavano una realtà al limite del paradossale con il M5s che, protestando veementemente, aveva reso necessario sospendere più volte i lavori. Stando a quanto emerso dalla principali agenzie di stampa, in occasione di un incontro tra i due gruppi del Pd e del M5s, durante il quale i deputati grillini avevano avanzato tre proposte (referendum privo di quorum, proposte di legge di iniziativa popolare, ricorso davanti alla Consulta sugli atti approvati dalla Camera), i democratici non si sarebbero dimostrati favorevoli e, alla ripresa dei lavori, era stato annunciato il nulla di fatto. Il mancato accordo sulle riforme avrebbe, pertanto, compromesso un clima già ampiamente teso e, di fatto, aperto al forte ostruzionismo delle ore successive.

L’eterna arroganza di Renzi

renzi

L’ex sindaco di Firenze ha fatto passare tutto come se fosse un lotta contro gufi ed oppositori al cambiamento dell’Italia, e accusa le opposizioni sostenendo di aver fatto di tutto per trovare un accordo, ma la realtà è ben diversa. Più che trovare un’intesa con tutti per la definizione di riforme condivise, il Premier vuole trovare un modo perché tutti siano d’accordo con lui e con quello che propone. Lo ha dimostrato anche e soprattutto con le riforme e gli interventi più importanti, da quella sul lavoro al decreto salva Italia, passando per la legge elettorale ed, infine, per la riforma costituzionale. “Stupisce che ci sia chi esprime non tanto un dissenso, che sarebbe legittimo, ma che siccome ha le idee in minoranza prova a fare ostruzionismo e tentativi di blocco – riporta Tgcom24, riportando la risposta del Premier ad una domanda a lui rivolta al termine del vertice Ue – La nostra maggioranza non si blocca. Molto bene, avanti tutta”. “La maggioranza non si blocca”, su questo non c’è dubbio. Come si potrebbe definire “bloccata” una maggioranza che è cambiata appena qualche giorno fa per salvare il Governo dalla fine potenziale, come del resto sono cambiate diverse maggioranza nel corso di questi ultimi tre anni senza che vi fosse il consenso elettorale del popolo? E qualcuno ha il coraggio di chiamare tutto questo “democrazia”.

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About the Author: Luigi Iacopino