Chi sbaglia spesso, andrebbe radiato dalla magistratura

tribunaleLa prima cosa che è venuta in testa all’indomani della sentenza della Cassazione che ha chiuso, in via definitiva, la farsa di un procedimento penale che aveva tutto il sapore dell’iniziativa tesa a sputtanare e distruggere politicamente Silvio Berlusconi,  “e adesso chi lo risarcirà?”. Una domanda chiaramente retorica a fronte di una riforma della responsabilità civile dei magistrati prodotta da un governo di dilettanti che ha ceduto al vociare di alcuni magistrati ed ha modificato, con un emendamento, la propria stessa proposta. E’ cambiata così poco la vecchia legge Vassalli che, dopo le correzioni in corso d’opera presentate dallo stesso Ministro Orlando, sono svanite totalmente le ire funeste e le minacce delle Associazioni dei Magistrati. Ma ammesso che la responsabilità civile dei Magistrati fosse stata identica a quella, per esempio, dei medici il malcapitato avrebbe potuto richiedere il risarcimento del danno subìto, solo in caso di dolo o negligenza inescusabile. Un risarcimento economico, come se il problema fosse solo un fatto privato tra cittadino e magistrato negligente che, comunque, sarebbe coperto dalle assicurazioni che avranno da oggi, tra i propri clienti, anche gli addetti all’amministrazione della giustizia. Una responsabilità civile dei Magistrati basata solo sul risarcimento economico, non sarebbe utile alla società perché il magistrato ‘punito’, pagando le Assicurazioni, non riceve alcun reale danno, e dopo il primo errore, potrebbe continuare imperterrito a commetterne altri, poco importa se per leggerezza, per incapacità o per uso del proprio ruolo a fini politici. Ci sono, per esempio, pm che hanno conquistato, le prime pagine dei giornali con inchieste, che poi si sono rivelate veri e propri flop, facendo meritare al protagonista il nomignolo di “Giggino ‘o bluff”, così come tanti altri, in varie parti d’Italia, che hanno fatto pensare che a muoverli non sia stata la voglia di giustizia (magari interpretata come missione), ma la ricerca del protagonismo ad ogni costo. Sorge allora spontanea la domanda se sia giusto che la carriera di un magistrato, zeppa di continui e macroscopici ‘insuccessi’, possa svilupparsi regolarmente senza alcuna conseguenza? E se sia opportuna la sua permanenza nei ruoli dell’Ordine giudiziario? I latini solevano risolvere il problema con “promoveatur ut amoveatur” ma questa, nel nostro caso, sarebbe solo una soluzione ipocrita perché è immorale promuovere chi ha dimostrato incapacità, inadeguatezza o interessi di parte in un settore dove è importante non solo essere ma anche apparire imparziali. Quando poi si briga per ottenere i fascicoli aperti contro un inquisito, pur non essendo il suo giudice naturale, si appalesa (questo è il caso di Berlusconi) un accanimento personale contro l’imputato e si può sconfinare in un possibile attentato ad un organo dello stato. La voglia di perseguire Berlusconi, tra l’altro, non solo con la gestione del fascicolo su Ruby ma anche con due precedenti fascicoli (quello sulla Sme e quello sul Lodo Mondadori), finiti anch’essi con l’assoluzione del ‘reo’, viene da lontano e raggiunge, con il caso Ruby, livelli di ‘massacro’ dell’ex Presidente del Consiglio indipendentemente dalla sua condanna. E quei danni, provocati al leader dei moderati, alla sua famiglia, e all’intero Paese, non sono risarcibili dato che non vi è la possibilità di tornare indietro nel tempo e ripristinare la situazione quo ante. Forse, allora, è giunto il momento di chiedere alla Magistratura penale di verificare se ricorrano gli estremi previsti dell’art. 289 del cp che “…punisce con la reclusione da uno a cinque anni, qualora non si tratti di un più grave delitto, chiunque commette atti violenti diretti ad impedire (atto violento è anche la divulgazione di intercettazioni di conversazioni private ndr), in tutto o in parte, anche temporaneamente: 1) al Presidente della Repubblica o al Governo l’esercizio delle attribuzioni o delle prerogative conferite dalla legge;…”. Che è ciò che è avvenuto con lo sputtanamento planetario che ha indebolito il ruolo del Cavaliere e del suo governo, e ha costruito le condizioni per il passaggio di mano a ben tre governi illegittimi che hanno costellato il Paese di macerie.

Giovanni ALVARO

 riceviamo e pubblichiamo

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