Brunetta: “Mancano direzione politica, visione e strategia”

Brunetta a Renzi, Italicum entro Pasqua o salta pattoRenato Brunetta è inarrestabile. La sua battaglia di dura opposizione contro il Governo Renzi non conosce giorni di tregua. Ma quella del capogruppo di Forza Italia alla Camera non è una battaglia personale, quanto piuttosto una sorta di operazione verità, diretta a smentire previsioni, dati ed ottimismo dell’esecutivo a trazione dem. Per non tacere, poi, delle continue denunce avanzate dall’ex Ministro del Governo Berlusconi rispetto alla crisi di democrazia che sta attraversando il nostro Paese, ormai da quel lontano 2011.

Assenza di direzione politica

crisi“Quel che manca è la direzione politica. La capacità da parte di Matteo Renzi, che ha avocato a sé, violentando le istituzioni, troppe competenze, di indicare la direzione di marcia”. Cosi si legge sulla sua pagina facebook, che riprende un editoriale pubblicato da “Il Giornale”. “Il vero limite di questa politica – prosegue il parlamentare forzista – è pensare che uno Stato possa sostituirsi ai meccanismi propulsivi dell` economia, i cui automatismi sono gli unici in grado di creare reddito, quindi maggiori entrate per la stessa finanza pubblica. Certo rimetterli in moto, dopo il massacro fiscale di questi ultimi anni, non è cosa facile”. Una missione quasi impossibile, alimentata tra l’altro dal passaggio “da un`emergenza all’altra”. Un Governo, quello di Renzi, quindi, che sta operando “senza alcuna visione, senza alcuna strategia”, lasciando sul campo “solo le promesse, e la disperazione degli italiani”.

Italia fuori dal G7

27/01/2014 Firenze, giornata della memoria, nella foto il sindaco Matteo RenziBrunetta non le manda certo a dire e si dice convinto che “dopo le Regionali la musica cambierà” e “Renzi dovrà affrontare la realtà, che è diversa da quella che racconta”. La scenario che l’ex Ministro dipinge è quasi apocalittico, con un Italia che potrebbe persino uscire dal gruppo del G7: i conti dovranno essere rifatti eventualmente con una nuova manovra correttiva, in tema di Jobs act sostiene che se i soldi per la decontribuzione non basteranno, aumenteranno i contributi, per non parlare, infine, delle previsioni di crescita del Pil nel 2015. Queste ultime sono addirittura definite “illusorie”, nonché accompagnate dal rischio di ulteriori perdite di posizioni del bel Paese, arrivando “al 175° posto su 185 paesi in termini di reddito pro-capite”.

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About the Author: Luigi Iacopino