Il giro d’affari dei trafficanti di esseri umani? 34 miliardi di dollari

crisi2alfano-largeL’ennesima tragedia del mare porta con se le ennesime polemiche. Di quello che, invece, servirebbe realmente, ovvero delle soluzioni concrete, non c’è neppure l’ombra. Ma, arrivati ad oggi, aprile 2014, con un aumento del 30% di sbarchi sulle nostre coste, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, una consapevolezza di questo tipo non sembra più destare quella inquietudine necessaria rispetto ad un fenomeno in continua crescita che non soltanto è sfuggito al nostro controllo ma che “minaccia” di estendersi ancora di più. Gli italiani, ormai, non si chiedono più “come finirà” ma “cos’altro dovrà succedere” perché, a parte i vertici nazionali o europei farsa, a parte gli appelli ipocriti e le altrettanto ipocrite istituzioni di giornate speciali, la politica italiana ed europea sembrano essere dominata dal caos.

onuL’Onu, in perfetta compatibilità con quanto avviene in altre aree del pianeta, non solo riesce a risolvere il problema, mostrando evidenti lacune organizzative e decisionali, ma sta fallendo anche nel tentativo di indirizzare la comunità internazionale o, almeno, gli Stati più direttamente coinvolti nella faccenda dei flussi migratori nel Mediterraneo, verso una piano di intervento comune. Si ritiene che il cuore del problema sia la Libia, sia per i dissidi tra le fazioni che per la presenza di formazioni integraliste islamiche che stanno traendo un enorme beneficio dalla situazione in cui si trova il Paese un tempo governato del discusso Colonnello Gheddafi. Queste ultime stanno facendo quadrato attorno allo Stato Islamico, minacciando anche la tranquillità di Paesi vicini come la Tunisia e il Marocco, mentre l’Onu non  riesce a fare altro che annunciare tentativi di mediazione o testi di accordi attorno ai quali creare il maggior consenso possibile.

immigratisoldi7Il punto sul quale riflettere, però, è un altro. Siamo realmente sicuri che il problema sia solo la Libia? Le indagini e i controlli condotti ci dicono che a partire sono anche ghanesi, sudanesi, cittadini del Kenya, dell’Uganda, ecc, ovvero Paesi tormentati da guerre, terrorismo, povertà, malattie e problemi di altra natura, mentre magari pochi uomini si arricchiscono,  speculando e nascondendo svariati interessi. La situazione complessiva è, quindi, ben più complessa.

All’interno di questo panorama, infatti, c’è un dato tragico rispetto al quale non si può più fare finta di nulla. Il traffico di esseri umani alimenta un “giro d’affari” pari a 34 miliardi di dollari all’anno. A parte i singoli scafisti, è possibile, quindi, che vi siano vere e proprie organizzazioni internazionali che operano proprio con l’oscuro fine non soltanto di gestire i flussi migratori ma anche di incentivarli, del tutto indifferenti alla tragiche conseguenze. Si parta da qui.

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About the Author: Luigi Iacopino