Buona Scuola e Disabili: la senatrice Bignami abbraccia l’impegno dell’ADDA

Laura Bignami16\05\2015 – “Apprezzando l’impegno profuso dall’Associazione ADDA nella Regione Calabria in difesa dei diritti dei più deboli, sono soddisfatta che le proposte del mio disegno di legge: “Disposizioni per la scuola e gli alunni in difficoltà di apprendimento” abbiano trovato la condivisione del presidente Vito Crea, che come me, parte della conoscenza concreta e diretta del tema dell’inclusione scolastica. Il mio disegno di legge vuole migliorare il processo di integrazione degli alunni in difficoltà di apprendimento puntando innanzitutto sulla professionalità e sulla specializzazione degli insegnanti di sostegno. Il presupposto del disegno di legge è quello di rendere il disabile protagonista del suo processo individuale di formazione e di apprendimento. Per far questo occorre che gli insegnati di sostegno siano altamente formati, in modo da sapersi relazionare con i diversi deficit degli alunni. L’ assegnazione dell’insegnante di sostegno deve essere attuata dal dirigente in base al curriculum individuale dell’insegnante, tenendo conto delle competenze e delle esperienze specifiche maturate in relazione ai diversi tipi di disabilità. In mancanza di insegnanti di sostegno specializzati si deve ricorrere ad educatori professionali, in possesso della laurea in scienze dell’educazione. Il mio disegno di legge istituisce quattro specifici ruoli per il sostegno didattico, rispettivamente per i diversi gradi di istruzione, (scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e di secondo grado) prevedendo percorsi di studio ad hoc per gli insegnanti. Per garantire l’integrazione dell’alunno disabile, dovrà essere formato in modo specifico tutto il personale docente, il personale ATA e il dirigente scolastico. Su questo punto sono stati approvati alcuni miei emendamenti presentati alla Camera dall’on. Laura Coccia al disegno di legge del Governo sulla “Buona scuola”, che tenteremo di modificare ulteriormente in Senato. La Camera ha accolto anche un’altra mia proposta, ovvero quella sulla continuità didattica. L’insegnante di sostegno deve restare con l’alunno disabile per l’intero ordine o grado di istruzione, parliamo di 3 anni per la scuola dell’infanzia, 5 anni per la scuola primaria, 3 anni per la secondaria di primo grado e 5 anni per la secondaria di secondo grado. Nel mio disegno di legge prevediamo che il docente di sostegno sia assegnato all’alunno sin dal primo giorno di scuola e che, in caso di gravi incompatibilità, i genitori possano chiederne la sostituzione, con una richiesta motivata avallata dal neuropsichiatra che ha in carico la situazione. Nella scuola italiana si registra un numero sempre crescente di alunni disabili: secondo i dati del MIUR, nell’anno scolastico in corso 2014-2015, sono circa 217.000 per i quali sono stati attivati circa 117.000 posti di sostegno. Non tutte le ore necessarie sono quindi coperte, il che lede i diritti dello studente. In un’ottica di massima trasparenza, nel disegno di legge prevediamo inoltre che l’insegnante di sostegno indichi a fine anno i risultati raggiunti dallo studente e giustifichi gli eventuali insuccessi rispetto al piano educativo individuale definito ad inizio anno scolastico. Prevediamo, anche, il ripristino delle 4 aree di sostegno per le scuole superiori. L’attività del docente specializzato non può prescindere dalle sue competenze e conoscenze di base, dalla sua formazione scientifica, umanistica o tecnica, sebbene il corso di sostegno frequentato abbia fornito a tutti indistintamente le medesime competenze di legislazione, didattica e pedagogia speciale. Se un alunno ha un deficit nell’area logico-matematica ha diritto ad un docente che provenga da tale area. Un articolo del disegno di legge è specificamente dedicato al riconoscimento della lingua italiana dei segni: L.I.S. Posso concludere affermando che la mia proposta nasce dall’esperienza diretta e vuole fornire delle linee guida al Governo, che hanno come presupposto le esigenze degli alunni in difficoltà di apprendimento, perchè è sulle loro potenzialità che la scuola pubblica ha il dovere di investire.”

 Sen. Laura Bignami

 

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