
Continua a tenere banco la questione delle quote di distribuzione dei migranti tra i Paesi dell’Unione europea. Quella che avrebbe dovuto rappresentare il momento più alto di convergenza tra i leader del vecchio continente, per farla breve, rischia di trasformarsi nell’ennesima occasione di contrapposizione. Sia il Presidente della Repubblica francese, François Hollande, che il premier ungherese, Viktor Orban, hanno espresso più di una perplessità rispetto alla decisione di adottare una soluzione che passerà necessariamente dall’apertura delle porte, secondo taluni in modo addirittura indiscriminato.
Il primo, secondo quanto ripotato da agenzie di stampa francesi ed internazionali, si è assestato su una linea per niente diversa da quella che in Itali vale accuse infondate e superficiali di razzismo e xenofobia. “Bisogna distinguere tra gli immigrati che arrivano per motivi economici e non possono restare e i rifugiati che hanno diritto all’asilo politico, per i quali deve valere il diritto europeo” – ha dichiarato, aggiungendo che la proposta delle quote non lo convince, sebbene abbia espresso parere favorevole rispetto all’ipotesi di distribuire i richiedenti asilo in Europa, posto che si verifichi prima chi ne abbia diritti e chi no. La questione di fondo, secondo Hollande, sta nel rispetto delle regole e dei controlli ai confini e nell’impossibilità di garantire a tutti gli immigrati lavoro e benessere.
Più drastico il Primo ministro ungherse che ha posto al centro la questione delle frontiere e ha etichettato come “malsana” la proposta della Commissione europea, perché rappresenterebbe un incentivo per i clandestini. Sulla questione è intervenuto anche il premier italiano, Matteo Renzi, il quale ha affermato che non è sufficiente inviare navi a supporto delle operazioni nel Mediterraneo ma è necessario che gli altri Paesi europei accettino la proposte delle quote.