Regionali, Bindi consegna “lista impresentabili”. È subito polemica

29\05\2015 – Com’era prevedibile, la rosa dei nomi dei 17 impresentabili alle imminenti elezioni regionali, resa nota dalla commissione parlamentare antimafia, presieduta da Rosy Bindi, ha scatenato una serie di polemiche e di scontri anche molto aspri che minacciano di far traballare pericolosamente i già precari equilibri politici.

I nomi

La lista contiene candidati alle consultazioni elettorali campane e pugliesi, rispettivamente, nel numero di 13 per la Campania e 4 per la Puglia. Il nome più importante è senza dubbio quello del candidato del centrosinistra alla guida della regione Campania, l’ex sindaco Pd di Salerno Vincenzo De Luca, seguito – come riportato dal sito dell’Ansa – da Ambrosio Antonio (Forza Italia), Passariello Luciano (Fratelli d’Italia), Sergio Nappi (Caldoro presidente), Errico Fernando (Ncd), Lonardo Alessandrina (Forza Italia), Plaitano Francesco (Popolari per l’Italia), Scalzone Antonio (Popolari per l’Italia), Viscardi Raffaele (Popolari per l’Italia), Elefante Domenico (Centro democratico-Scelta civica), Iacolare Biagio (Udc), Grimaldi Carmela (Campania in rete), Gambino Alberico (Fratelli d’Italia). In Puglia, invece, finiscono nella rete di Rosy Bindi, Ladisa Fabio (Popolari per Emiliano), Palmisamo Enzo (Movimento per Schittulli), Copertino Giovanni (Forza Italia) e Oggiano Massimiliano (Lista Oltre con Fitto).

Le reazioni

20\05\2015 – In molti hanno messo in evidenza i ritardi che hanno caratterizzato i lavori della commissione che ha provveduto a presentare la rosa dei cosiddetti impresentabili a soli due giorni dal voto. Qualcuno si è spinto addirittura sino a chiedere le dimissione del Presidente Bindi, ipotesi questa che sicuramente si risolverà in un nulla di fatto. Le reazioni più forti sono state senza dubbio quelle di Vincenzo De Luca ha già reso noto che provvederà a denuncerà la stessa Rosy Bindi per diffamazione, e del deputato pd Ernesto Carbone, il quale, attraverso il suo profilo twitter, ha attaccato duramente la compagna di partito, scrivendo che “allucinante che si pieghi la commissione antimafia a vendette interne di corrente partitica”.

Durissimo anche il commento del presidente del Pd, Matteo Orfini, che ha affidato il proprio pensiero alla sua pagina Facebook: “Come noto non ho mai avuto un buon rapporto con De Luca – ha esordito – ciononostante, quello che sta accadendo in queste ore è davvero incredibile. Siamo in uno stato di diritto in cui le sentenze le emette la magistratura e in cui la candidabilità o meno di qualcuno la decide la legge”. “L’iniziativa della presidente della commissione Antimafia è incredibile istituzionalmente, giuridicamente, ma anche culturalmente – ha continuato – perché ci riporta indietro di secoli, quando i processi si facevano nelle piazze aizzando la folla. Dispiace che a rendersi protagonista di un gesto del genere sia Rosy Bindi, che evidentemente ha deciso di piegare le istituzioni al proprio obiettivo di battaglia interna al Partito Democratico”. “Rimaniamo sereni e convinti delle nostre scelte – ha concluso – Nel pomeriggio sarò in Campania per dare una mano alla campagna elettorale”.

Più moderata e riflessiva, invece, la posizione assunta da Stefano Caldoro, il candidato del centrodestra in Campania: “Rispetto per l’Antimafia. De Luca? Ineleggibile per la Severino. Ho letto dei lavori della Commissione Antimafia. Ci vuole grande rispetto per il lavoro della Commissione e per i diritti dei singoli.  Resto garantista e distinguo le diverse ipotesi di reato e sottolineo che con i reati più gravi, di mafia e camorra, bisogna essere severi.” “Ho già chiesto ad uno dei candidati che ha questa accusa più grave (l’altro è nelle liste di De Luca) – ha annunciato – di ritirare la candidatura come abbiamo già fatto in un caso simile. Noi facciamo così. Sottolineo un aspetto. Il problema di Vincenzo De Luca e’ quello della legge Severino. È ineleggibile. Non ci si può candidare contro le leggi, contro i cittadini per una ambizione personale. Io al suo posto non lo avrei fatto”.

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About the Author: Luigi Iacopino