Nicolò (F.I.) sul commissariamento della sanità regionale

Alessandro NicolòIl piano di rientro del debito della sanità avviato dal Centrodestra ha prodotto in soli quattro anni di legislatura risultati insperati sotto il profilo del risparmio di spesa, con abbattimenti del disavanzo da 239 a 30 milioni di euro. Un percorso virtuoso che continua a produrre effetti positivi con lo sblocco di 105 milioni di euro come premialità per gli obiettivi raggiunti nel 2011 e che avrebbe condotto, secondo le previsioni, al raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2015 se non fosse subentrata la traumatica interruzione della nona legislatura”.

Lo afferma in una dichiarazione il Capogruppo consiliare di Forza Italia, Alessandro Nicolò.

Il Presidente Scopelliti, anche commissario alla sanità, dinanzi alle dimensioni incerte del debito, non solo era riuscito a quantificarne l’entità, ma aveva con senso di responsabilità avviato la chiusura di ospedali fatiscenti, strutture territoriali ormai desuete e pericolose per la sicurezza di operatori e utenti, sobbarcandosi l’onere di scontentare molte parti del territorio e del suo elettorato. Pur con queste controindicazioni – ricorda Alessandro Nicolò – siamo andati avanti con determinazione e fermezza, riuscendo, e qui il merito è indiscutibile, a far approvare la costruzione dei tre nuovi ospedali in provincia di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Cosenza. Si è dunque consegnato un lavoro che potrebbe costituire un investimento reale, ma di fatto siamo di fronte ad un commissariamento per il quale si prevede una continuità che potrebbe pregiudicare il raggiungimento dell’obiettivo del pareggio di bilancio. Un commissariamento che, con manovre renziane autocratiche è stato strategicamente negato al governatore, creando uno sdoppiamento di ruolo a danno della governance di un settore chiave della politica regionale. Un dualismo stigmatizzato in più occasioni, anche in aula, che sta rivelando le profonde criticità temute e che conduce ad una visione nebulosa di un orizzonte incerto rispetto ai risultati. Oggi, la Giunta regionale ed il suo presidente, mostrano tutti i limiti politici che stanno connotando la loro azione, subendo, giorno dopo giorno, possenti dinieghi dal Governo Renzi, ingoiando il rospo del commissariamento della Sanità, affidata a Scura che sembra rispondere del suo operato non ai bisogni dei calabresi, ma a Renzi e Padoan. Un centrosinistra che in Calabria vorrebbe apparire muscolare e ‘azionista’, ma che, puntualmente, a Roma non alza lo sguardo per difendersi dai ‘rimproveri’ e dall’imposizione di decisioni che ricadranno tutte sulle tasche dei calabresi. Con tutto il bon ton di questo mondo – continua Alessandro Nicolò – ma davvero Scura in Calabria non ha trovato alcun dirigente della sanità pubblica o consulente in grado di sostenerlo nel compito di fare chiarezza sui conti di aziende ospedaliere o asl? Sul piano della formalità degli atti, il commissario ha assunto una decisione, forse, legittima. Ma la politica? I calabresi che hanno votato Oliverio non hanno alcun valore democratico? Il presidente della Regione dovrebbe non solo riflettere sui rapporti con Roma e con Renzi, ma coinvolgere il Consiglio regionale in una franca e serena discussione sul da farsi, su come affrontare il dramma della sanità pubblica e privata in Calabria, lavorando, per uscire da un impasse che sta spingendoci verso la catastrofe! Non fare è peggiore di fare male, alzi la voce presidente Oliverio e dica al Governo Renzi che la Calabria non accetta commissariamenti eterni, che le strade del risanamento i cittadini calabresi le hanno già intraprese con i ticket e, più in generale, con una imposizione fiscale davvero insopportabile. Oliverio dica a chiare lettere, a Renzi e a Scura, che in Calabria ci sono cittadini, e quindi persone titolari di diritti e di doveri, e non sudditi! Si ribelli, presidente Oliverio, anziché perdere mesi di tempo per cambiare lo Statuto della Regione, per auto attribuirsi mega deleghe. Palazzo Campanella sede naturale del dibattito – asserisce Alessandro Nicolò – e non i piani alti della ‘Cittadella’. Per questo attendiamo che Oliverio e la sua Giunta si presentino presto in Consiglio regionale esponendo i loro programmi e le loro idee, tenendo separate le questioni puramente istituzionali da quelle eminentemente politiche. Nonostante il centrosinistra goda di una “maggioranza bulgara” il Pd oggi farebbe bene a prendere coscienza di un incipiente fallimento delle sue politiche che peraltro gli elettori qualche mese fa gli hanno opportunamente notificato con la certificazione di una bella debacle elettorale”.

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