Appena trascorso il luglio più caldo dal 1800

caldo afosoEconomia e politica a parte, su un dato di questo 2015 possiamo essere tutti concordi. Un luglio così non si era mia avuto almeno dal 1800. L’arco temporale fa, ovviamente, impressione e a ciò si aggiunga, addirittura, che, rispetto al periodo 1971-2000, le temperature hanno fatto segnalare un’anomalia di circa +3.6°C sopra la media. I dati, diffusi da Michele Brunetti, responsabile banca dati di climatologia storica del Isac-Cnr, evidenziano, inoltre, non solo come sia stato superato il record di luglio 2003 (che pure fece segnare un +2.6°C) ma anche come l’anomalia di cui sopra finisce con l’estendersi persino all’intero anno in corso. Il periodo gennaio-luglio 2015, infatti, ha fatto registrare un aumento anche rispetto allo stesso periodo del 2014 (che si è attestato +1.45°C). In diminuzione risultano anche le precipitazione.

Ma, al di là di tali dati e senza voler offrire facili soluzioni a vicende che devono necessariamente interessare il pensiero e l’operato di chi di questi fenomeni si occupa, non è necessario essere un esperto per intuire che la questione climatica in generale, divenuta oggetto di numerosi dibattiti e confronti, non solo nazionali ma anche e soprattutto internazionali, necessita ormai l’assunzione di impegni concreti per il futuro. Le dichiarazioni di intenti e i documenti che, al netto dei buoni propositi, restano lettera morta, non si contano più.

obamaGli ultimi, in ordine di tempo, sono quelli del Presidente degli Stati Uniti Obama, il quale è tornato a (ri)spolverare un vecchio cavallo di battaglia della sua esperienza governativa che, tuttavia, almeno sino ad oggi, ha prodotto ben pochi risultati. Si parla, in poche parole, della lotta ai cambiamenti climatici e della protezione dell’ambiente, temi rispetto ai quali, il presidente ha chiesto (l’ennesima) assunzione di responsabilità degli Usa e, nemmeno a farlo di proposito, del resto del mondo. Insomma, un messaggio “urbi et orbi”, attraverso il quale ha espresso l’intenzione di adoperarsi per tagliare le emissioni di gas responsabili dell’effetto serra. Ha parlato di un piano che sarà presentato al prossimo vertice delle Nazioni Unite sull’ambiente, previsto a dicembre a Parigi, che prevede, secondo quanto riportato dall’Ansa, un taglio delle emissioni del 32 per cento dai livelli del 2005 entro il 2030. Per far questo, si legge ancora, sarà necessario, fissare “per la prima volta gli standard per mettere fine all’emissione senza limiti di carbonio dalle centrali elettriche, che sono la fonte di un terzo dell’inquinamento da monossido in America”. C’è, tuttavia, chi si chiede a quali costi si andrà incontro per attuare tutto questo.

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About the Author: Luigi Iacopino