Marò: fine giurisdizione India Deciderà arbitrato internazionale

marò-300x182Passi avanti sul caso Marò. Non v’è dubbio che la strada sia ancora lunga e che si potrebbe andare incontro a nuovi ostacoli, ma le recenti evoluzioni potrebbero forse segnare qualche punto a nostro favore. Non sono state adottate misure temporanee a favore dei due fucilieri della marina italiana, giacché si è deciso nel senso di attendere la conclusione dell’iter giudiziario, ma il fermo stabilito dal Tribunale del Mare alla giurisdizione indiana è un passaggio importante.

L’obiettivo indicato dall’organo indipendente delle Nazioni Unite, con sede ad Amburgo, è quello di evitare che la disputa tra Italia e India si possa aggravare, sicché, se da un lato, i due Paesi “devono sospendere ogni iniziativa giudiziaria in essere e non intraprenderne di nuove”, dall’altro, Salvatore Girone non potrà tornare a casa e Massimiliano Latorre dovrà tornare in India allo scadere del suo permesso, sebbene il nostro Paese avesse chiesto la soluzione opposta, cioè rimpatrio del primo e permanenza dell’altro.

Se i due Stati, pertanto, dovranno sospendere ogni iniziativa e evitarne di nuove, sarà l’arbitrato internazionale all’Aja a giudicare nel merito del caso, ivi comprese anche eventuali misure provvisorie. Resta anche la controversia sul luogo dove si è verificato l’evento tragico in cui hanno perso la vita i pescatori indiani, che influenzerebbe il conflitto di giurisdizione, con l’India che sostiene che si sia verificato in acque indiane e l’Italia che, contestando, afferma non solo come si sia verificato in acque internazionali ma, altresì, che i due marò operavano a bordo di una nave battente bandiera italiana. Tesi, quest’ultima, rivendicata anche dal Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.

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About the Author: Luigi Iacopino