Affascinante come pochi, “Inside Out” si conferma tra le pellicole più viste delle ultime settimane. Il piccolo capolavoro Pixar di Pete Docter, conquista grandi e piccini lanciando l’invito verso una riflessione più leggera sulle dinamiche emozionali che ci “abitano”.
Infatti, “Inside Out” è una lente di ingrandimento fantasiosa su cosa accade dentro di noi, emozioni e ricordi, obiettivi e sogni che ci fanno compagnia per tutta la vita, sin dalla nascita. In queste settimane, nonostante la trepidante attesa per la sua uscita nelle sale cinematografiche, “Inside Out” ha diviso il pubblico tra spettatori soddisfatti e spettatori in po’ delusi. Chi risente di un mancato finale o di una sospensione troppo ampia, chi avrebbe voluto un focus più serrato sui siparietti tra Emozioni Uomo VS Donna.
Tutto ciò fa parte del gioco, come si suol dire, ma non per questo il film – figlio di una tradizione legata all’impronta “Toystoriana” (passatemi il termine!) – deve essere necessariamente posto tra i film d’animazione di serie B, anzi. “Inside Out” fa parte di quella nuova categoria di narrazione che pone l’accento sulla realtà contemporanea. Niente più fanciulle in pericolo nell’attesa del principe azzurro, ma una riflessione costante che viaggia su elementi gradevoli, freschi e brillanti.
Ilenia Borgia – Critico cinematografico