Diminuiscono prezzi al consumo e alla produzione industriale

consumiNel mese di novembre 2015, secondo le stime preliminari dell’Istat, i prezzi al consumo fanno registrare una diminuzione dello 0,4% rispetto al mese precedente e un aumento dello 0,1% nei confronti di novembre 2014”, causati sia dalla riduzione della crescita dei Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,7% da +2,1% del mese precedente) che dal contenimento della variazione dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+3,2%, da +4,1% di ottobre).

Istat, prezzi al consumo (provvisori): “A novembre 2015 l’indice dei prezzi NIC -0,4% su ottobre e +0,1% in un anno”

E, se l’inflazione acquisita per il 2015 è stabile a +0,1%, l’Istat specifica che, “rispetto a novembre 2014”, si registra un calo del tasso di crescita dei prezzi dei servizi (a +0,5% da +1,0% di ottobre). Nello specifico, se i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,3% su base mensile e dell’1,3% su base annua, tuttavia risultano in rallentamento dal +1,5% di ottobre, mentre resta stabile a -0,1% la flessione dei “prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto”.

Prezzi alla produzione dell’industria, A ottobre 2015 l’indice diminuisce dello 0,1% rispetto al mese precedente e del 2,9% su anno

industria-300x187Il mese di ottobre 2015 fa segnare una calo dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali, soprattutto nel comparto della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati. Questo è ancora quanto emerge dall’odierna indagine condotta dall’Istituto Nazionale di Statistica, secondo cui la diminuzione è “dello 0,1% rispetto al mese precedente” e del 2,9% nei confronti di ottobre 2014”. Il dato, dovuto principalmente al settore energetico, non cambia sia sul fronte del mercato interno, dove “i prezzi dei prodotti venduti sul mercato interno diminuiscono dello 0,1% rispetto a settembre e del 3,5% su base tendenziale”, sia sul fronte estero, dove i prezzi segnano una diminuzione dello 0,1% sul mese precedente, sebbene la variazione negativa dello 0,1% riguardi l’area euro, essendo nulla per quella non euro.

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About the Author: Luigi Iacopino