Chirurghi e robot: presente e futuro

Alcuni fra i migliori specialisti internazionali si confronteranno sulle novità della chirurgia robotica in occasione di un convegno scientifico in programma il 10 e l’11 febbraio in Humanitas organizzato dal dott. Alloisio e dalla dott.ssa Veronesi. Lecture di Roberto Cingolani dell’ITT.

roboticaRozzano, 9 febbraio 2016 –  Chirurgia più efficace e mini invasiva con i robot. Non è una promessa del futuro, ma già il nostro presente. Per due giorni, il 10 e l’11 febbraio, Milano diventerà la capitale della chirurgia robotica, con un’attenzione mirata a quella toracica.  Il workshop, in programma presso l’Auditorium di Humanitas, è organizzato dal dott. Marco Alloisio, responsabile della Chirurgia Toracica dell’ospedale e dalla dott.ssa Giulia Veronesi, responsabile della sezione di Chirurgia  robotica. Con loro chirurghi provenienti da tutto il mondo. E tra i chirurghi di domani ci sono gli studenti di medicina di oggi. Al workshop parteciperà anche il professor Marco Montorsi, rettore di Humanitas University e responsabile di Chirurgia generale e digestiva, che parlerà della sfida che la robotica lancia al mondo accademico. Autore di una lecture sarà il direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova Roberto Cingolani, che si soffermerà sui nuovi dispositivi allo studio, tra cui uno strumento per il trattamento robotizzato delle lesioni della laringe, e un robot  che consente l’approccio chirurgico al corpo umano attraverso i vasi sanguigni.

L’Italia è all’avanguardia e vanta una storia di scoperte. La comunità scientifica ha documentato con numerose pubblicazioni i benefici della chirurgia robotica. Il workshop sarà l’occasione per gettare le basi di uno studio prospettico in grado di validare questa tecnica a confronto con la videotoracoscopia, ovvero l’approccio mininvasivo manuale, precursore della robotica.

Si farà il punto anche sulle altre discipline, come l’urologia e la ginecologia, con l’incontro sull’integrazione tra TAC 3D e sala operatoria, cioè chirurgia mediata da computer e guidata da imaging tridimensionale. Gli specialisti, che si occupano di chirurgia robotica, confronteranno i propri dati e le informazioni per meglio mirare gli studi clinici. Un’occasione di approfondimento, nella prospettiva di una struttura permanente in cui mettere a sistema la cooperazione, incoraggiando nuove idee e definendo gli standard per la formazione dei chirurghi di domani.

Chirurgia robotica: la situazione in Italia

«Viviamo un tempo di accelerazioni – spiega il dott. Marco Alloisio – che sposta in avanti anche le frontiere della chirurgia. Il robot non sostituisce il chirurgo, ma lo aiuta e soprattutto migliora la qualità della vita al paziente. La robotica sarà sempre più protagonista e non può che diventare più diffusa, in considerazione della sua operatività a distanza, grazie alla tele-chirurgia. L’Italia è storicamente tra i Paesi all’avanguardia per l’impiego della chirurgia robotica. La diffusione, invece, della chirurgia toracica oncologica procede ancora a rilento: in questo ambito la robotica rappresenta una nicchia perché la lobectomia polmonare è fra gli interventi più delicati. Sono pochi i centri che utilizzano la robotica su base routinaria e tra questi c’è Humanitas».

Chirurgia robotica: i vantaggi

La comunità scientifica ha documentato con diverse pubblicazioni i vantaggi della chirurgia robotica: «Rispetto alla videotoracoscopia, cioè  l’approccio mininvasivo manuale precursore della robotica,quest’ultima – spiega la dott.ssa Giulia Veronesi – ha apportato vantaggi tecnici indiscutibili, quali lamaggiore ergonomicità e precisione dei movimenti e l’ottimizzazione della  visione che è tridimensionale ed ad immersione. Mancano ancora dati forti sui benefici per i pazienti in termini di decorso post operatorio e complicanze rispetto alla videotoracoscopia manuale». Il workshop è proprio l’occasione per gettare le basi di uno studio prospettico in grado di validare questa tecnica a confronto con la videotoracoscopia. Rispetto alla chirurgia aperta i vantaggi della robotica sono quelli di poter replicare le stesse fasi  della chirurgia tradizionale ma con ridotto trauma per i pazienti, migliorandone quindi la qualità di vita. Un ulteriore marchio della “superiorità” della mininvasiva robotica rispetto alla videotoracoscopia è anche la maggiore efficacia nell’asportazione dei linfonodi mediastinici e di arrivare laddove lavideotoracoscopia manuale ha difficoltà ad arrivare. Questa tecnica è prevalentemente indicata infatti per l’asportazione di tumori più precoci mentre la robotica potrebbe essere impiegata per tumori anche in stadio più avanzato in modo che più pazienti possano beneficiare  di trattamenti non traumatici. In una delle quattro sessioni in cui si articolerà il convegno, verrà presentata la proposta di uno studio coordinato da Humanitas. Si tratta di un lavoro con cui validare il ruolo della chirurgia robotica per il trattamento di tumori in uno stadio più avanzato.

Chirurgia robotica: esperienze a confronto

Un ostacolo alla diffusione della chirurgia robotica è il costo delle apparecchiature e degli strumenti utilizzati. Nel corso del workshop si discuterà anche di questo aspetto mettendo a confronto l’esperienza italiana con quella europea e statunitense. Un obiettivo per il futuro è fornire maggiori prove sulla sostenibilità della robotica e sui benefici che  possano giustificare i suoi costi aggiuntivi, ma anche sviluppare dispositivi robotici a costi accessibili a tutti. Il prof. Robert Cerfolio esperto di fama mondiale di chirurgia robotica toracica, porterà la sua esperienza americana in questo settore, illustrando le sfide future per gli americani, dove la robotica si sta diffondendo a ritmi più rapidi. Questo convegno sarà anche un punto di partenza per riunire in un network un’ampia platea di chirurghi di tutto il mondo: «Vogliamo avviare una collaborazione – aggiunge la dott.ssa Veronesi – mediante una rete di specialisti  che si occupano di chirurgia robotica per condividere i dati sui pazienti e le informazioni necessarie per avviare studi clinici. Pensiamo a una struttura in cui sia possibile cooperare e incoraggiare nuove idee ma anche definire gli standard per la formazione dei chirurghi di domani».

 

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