8 Marzo: oggi bambine, domani #WonderWomen!

Le storie di ragazzine che cambiano la loro comunità

scuola Karate BangladeshMilano, 29 Febbraio 2016 – Le bambine sono le eroine del futuro, coloro che possono trasformare le comunità e rendere il mondo un posto migliore che rispetti le bambine e i loro diritti; nella Giornata della Donna Plan International (www.plan-international.it) sottolinea la necessità che ogni bambina abbia il diritto di diventare una wonder woman, una donna portentosa. L’organizzazione umanitaria lavora nei Paesi più poveri per assicurare che tutte le bambine abbiano le stesse chance per far sentire la loro voce, affinché possano imparare, essere leader di se stesse, decidere e prosperare. In particolare con la Campagna mondiale “Because I am a Girl” Plan International supporta le bambine affinché i loro diritti siano riconosciuti e rispettati, per rendere l’uguaglianza di genere una realtà. E molte piccole donne, formate dall’organizzazione umanitaria, sono diventate motivo di ispirazione per le loro coetanee, esempio concreto di come si possa far valere la propria voce nelle decisioni che hanno un impatto significativo sulla vita. #wonderwoman è la Karate Girl, Mishti, 18 anni, che vive in Bangladesh e che ha trasformato la sua passione in un lavoro: insegna karate alle bambine e alle donne per difendersi dalle violenze della società. Tutto è iniziato nel 2012 quando Mishti ha scoperto il karate tramite un progetto sull’empowerment femminile sviluppato da Plan International: l’arte marziale le ha permesso di sostenere economicamente la sua famiglia, continuare i suoi studi e aiutare la comunità femminile. E #wonderwoman è anche Jacqueline, Uganda, che a 11 anni fu ingannata e costretta a prostituirsi in uno squallido bar di Kampala, passò 7 anni in quell’inferno finché un anno fa partecipò a un progetto di Plan International sull’importanza dei diritti delle bambine e sulla salute sessuale.Uganda educatrice Ora è diventata lei stessa educatrice, aiutando altre bambine e giovani donne che lavorano come prostitute e, inoltre, si mantiene come elettricista perché “riparare televisori è facile” – racconta Jacqueline – “nessuna ragazza del mio quartiere lo sa fare e guadagno denaro a sufficienza senza che il mio corpo ne soffra”. Ma #wonderwomen sono anche: Roksana (Bangladesh) che è diventata assistente oculista, Nohelia (Ecuador) che perora la causa dell’istruzione nella sua comuntà, Nurul (Indonesia) che si batte per distruggere il “mito” dei matrimoni prematuri, Cindie (Filippine) a cui il tifone Hayan ha spazzato via tutto, ma non la forza di ricostruire la sua comunità, Diarata (Senegal) che ha convinto le autorità del luogo a creare un posto sicuro per i bambini e Kevinne (Benin) che, costretta a sposarsi a un uomo violento, rimase incinta, ritornò in famiglia e ora è diventata parrucchiera.

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