Non serve a niente il bla-bla del giorno dopo

SUEChe la situazione sia abbastanza grave ed è necessario intervenire adeguatamente al fine di mettere in condizioni di non nuocere quanti guidano, alimentano e dirigono il terrorismo, sia esso dei tagliagole dello Stato islamico che dei talebani (comunque musulmani), è ormai una esigenza sentita dalla stragrande maggioranza della popolazione mondiale, non solo di quella cosiddetta ‘occidentale’ (più esposta alla furia terroristica). A nulla servono, ormai, le chiacchiere del giorno dopo, né le panzane boldriniane o quelle altrettanti inutili che ci riserva il Papa col suo ‘politicamente corretto’. L’ultimo attentato, quello eseguito in Pakistan, avviene contro la minoranza cattolica (4% della popolazione), reso più odioso con la carneficina, in un parco giochi per bambini, di decine di innocenti. Un attentato che è un chiaro messaggio a Papa Francesco che intenderebbe andare in visita proprio in quel Paese su invito di quel primo ministro. Forse il Capo dello Stato Vaticano ha creduto bastasse blaterare sui trafficanti d’armi per poter catturare la ‘benevolentia’ dei musulmani del posto atta ad interrompere il genocidio perpetrato ai danni dei cattolici come, egregiamente, dimostrato da Magdi Cristiano Allam, formidabile giornalista divenuto da poco cattolico. Lungi da noi, però, pensare che l’obiettivo unico dei terroristi islamici siano i cattolici. Sembra infatti che si stia preparando un’altra carneficina a danno, stavolta, dei figli degli ebrei. E’ chiaro, quindi, che si sta tentando di distruggere la nostra convivenza pacifica, la nostra quotidianità, il nostro stile di vita, la fede degli ebrei e la fede di quanti in Italia ed Europa hanno creduto opportuno abbracciare la religione cattolica che, dopo il lungo periodo dell’Inquisizione che ha realizzato un milione di donne torturare ed uccise dai Tribunali Ecclesiatici, è tornata alle origini ridiventando una religione non violenta ma basata sul perdono e l’offerta dell’altra guancia. Se qualcuno, comunque, vuole offrire l’altra guancia, faccia pure noi non ci stiamo e, quindi, questo film, di cui conosciamo armai la trama, pensiamo debba essere interrotto. Non c’è, però, più tempo da perdere ed ognuno deve fare la sua parte senza alibi e scuse varie come sa fare il premier Renzi che pensa che bastino contro il terrore i ‘maestri elementari’ considerati uomini di cultura con… l’abbecedario. Ma allora, si chiederebbe Lenin, ‘Che fare?’ Sono urgenti due necessità. USELa prima è mettere in piedi quella coalizione unitaria che da tempo bisognava realizzare e la cui non realizzazione aveva spinto la Russia a rispondere positivamente alla richiesta di aiuto del governo di Damasco. I frutti si sono visti se è vero, come è vero, che il 40% del territorio occupato da Al Baghdadi è ritornato ai legittimi proprietari ed alcune città simbolo, come Palmira, sono state riprese dall’esercito lealista di Assad. In questa coalizione, da realizzare e mettere subito in azione, devono far parte, come minimo, gli USA, l’Europa, la Russia ed l’Arabia Saudita, senza paura delle bandierine arcobaleno che sicuramente sventoleranno su molti balconi. La seconda esigenza deve portare l’Europa alla costruzione di un proprio ed unico esercito e prevedere, da subito, lo scambio di notizie dei rispettivi servizi di intelligence che le recenti azioni terroristiche in Belgio hanno dimostrato che lavorano senza continuo scambio di informazioni realizzando terribili buchi immediatamente usati dai terroristi. Senza questi due capisaldi si ripresenta la solita ‘delega’ a chi non vuole essere delegato (Obama è un campione in questa direzione), e mai si potrà costruire quello che ogni cittadino del vecchio continente vuole fortissimamente e cioè gli USE ovvero gli Stati Uniti d’Europa.

Giovanni Alvaro

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