Regeni, giallo sulla consistenza degli elementi di prova degli investigatori egiziani

Sul caso Regeni, primo round ieri. Lo scambio di informazioni tra inquirenti egiziani e italiani c’è stato, ma la linea di piazzale Clodio, sulla riunione che si è tenuta ieri alla Scuola superiore di polizia di via Guido Reni, è di tenere il massimo riserbo sui documenti arrivati dal Cairo, almeno fino a stasera, quando il vertice sul caso Giulio Regeni sarà ufficialmente concluso. A riunione finita è stato divulgato un comunicato congiunto. Gli italiani avrebbero fornito ai colleghi egiziani informazioni sull’esame autoptico dell’Istituto di medicina legale dell’Università La Sapienza e sulle perizie svolte sul computer del ricercatore friulano. La delegazione egiziana avrebbe aggiornato i pm di Roma sulle indagini svolte dopo il 14 marzo, giorno in cui il procuratore capo Giuseppe Pignatone, e il pm Sergio Colaiocco, si sono recati al Cairo per una riunione sul caso, dopo esser stati invitati dai vertici dell’autorità giudiziaria egiziana. Dalle poche informazioni che trapelano solo una minima parte di quanto chiesto dagli investigatori italiani sarebbe arrivata a Roma. Oggi è prevista una seconda riunione.

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