Legittima difesa domiciliare ancora un rinvio per il DDL

“La difesa è sempre legittina”. Lo slogan coniato per magliette e cartelli dalla Lega Nord non è bastato. Per ora la proposta della maggioranza di rinviare in commissione il testo del DDL sulla legittima difesa è passato in Aula alla Camera, con 160 voti di differenza tra favorevoli e contrari. A favore della richiesta di rinvio PD, Ap, SI; contrari, oltre alla Lega, FI, Cor, M5S.

Duro l’intervento della deputata leghista Barbara Saltamartini che aveva gridato a gran voce “Con il rinvio voi state dicendo ai cittadini che sono fuori da questo palazzo “Di voi non ci interessa nulla”. Ma i cittadini lo sanno e sarete puniti”. Ed i tempi si allungano.

A chiedere il rinvio in commissione è stata Area popolare per tentare di inserire nel testo una norma che possa far “scattare automaticamente la legittima difesa se si è in presenza di bambini”. Una proposta in realtà mai avanzata ufficialmente all’alleato di governo, il PD, fanno notare fonti democrat.

Il PD, pronto ad andare in aula e a votare la legge, non ha innalzato muri di fronte alla richiesta di un approfondimento in commissione. “L’unica legge seria e efficace che estende e rende effettiva la legittima difesa introducendo la difesa legittima domiciliare è quella dalla Lega Nord, tutte le altre proposte, compresa quella del PD, sono solamente un imbroglio.

Così Nicola Molteni del Carroccio parla di “Imbrogli inutili e dannosi per la sicurezza dei cittadini”.  Nella battaglia a difesa dei cittadini, rapinati, umiliati e calpestati, gli fa eco il capogruppo leghista Massimiliano Fedriga “Chiediamo a tutti i parlamentari di votare la legge scritta dalla Lega Nord, a prima firma Molteni, perchè è l’unica via per tutelare le persone oneste, per stare dalla parte delle vittime.

Bisogna farlo subito e in fretta. Il PD tolga il testo che ha fatto approvare in commissione, che è una truffa e non cambia nulla anzi, non salvaguarderà le vittime, e accetti il nostro. L’unica via è la nostra legge. Basta scuse è ora di approvarla”.

Miriam Sgrò

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