Reggio, “Vitriol”, le opere di Elmar in esposizione fino al 7 maggio

elisabetta marcianòAlchimia, psicologia, filosofia costituiscono l’utero fecondo dove maturano le immagini, che siano su tela, o che prendano forma in un mappamondo o in un triangolo dai lati aperti, poco importa. E’ un mondo prezioso per chi ha la ricchezza e la profondità negli occhi quello di Elmar, Elisabetta Marcianò. La sua pittura va oltre il senso visivo, racconta vortici che soccorrono l’anima e riescono a trasmettere la luce e la spinta verso il decisivo contatto col divino. “Vitriol”, inaugurata domenica scorsa, alla galleria Laruffa Luppino di Reggio Calabria la personale di Elmar, che resterà aperta fino al prossimo 7 maggio. Al vernissage hanno presenziato il giornalista Pino Rotta, il critico Francesco Villari, dall’attrice e pittrice Nadia Cassini. L’esposizione apre con un paesaggio primaverile, in cui si riconosce uno studio del colore e delle proporzioni su tela che risale alla prima adolescenza della pittrice. “Con questa mostra – evidenzia Elmar -ho voluto mettere i punti sulle “i” in relazione a due concetti. Ho esposto uno dei miei primi dipinti perchè sono convinta che, qualunque artista, debba avere alle spalle uno studio e dei contenuti. Sono stanca dei pittori che si svegliano al mattino, imbrattano due tele e si sentono arrivati grazie all’astrattismo, all’informale. Si sceglie di fermarsi a dipingere la realtà quando non si è pronti a guardare al lato interiore ed a leggere altre simbologie. Il mio studio – confessa – è stato contaminato dall’esoterismo, dall’alchimia”. Una ricerca in cui le forme ritratte diventano androgine, asessuate, abbandonate alla meditazione, ma sempre con una spinta verso l’alto. elmar“La mia è una ricerca interiore -chiarisce l’artista – che parte dalle cose oscure, che però arriva al divino”. A chiudere la presentazione domenica, la performance curata da Vincenzo Maria Romeo, una tela che ritrae una donna sdraiata, distrutta sottolinea Elmar “Per liberarmi dal narcisismo, dal senso del possesso delle opere che non sono mie, ma che diventano opere nel momento in cui arrivano agli spettatori, altrimenti restano tele…”. L’artista reggina, dal 4 al 22 maggio, sarà presente con le sue opere al castello Aragonese, nella mostra dal titolo “Il castello e la città tra l’ ‘800 ed il ‘900: documenti ed immagini”, curata dalla soprintendenza archivistica del ministero dei beni culturali.

Gabriella Lax

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