Junker da Bruxelles: Brexit non è un “divorzio” consensuale …

Come ci si attendeva i Paesi dell’Unione Europea, dopo l’affermazione al voto di Brexit, vogliono e chiedono al Regno Unito un’uscita quanto più veloce possibile tanto che possa essere quasi indolore per l’economia del vecchio continente e forse mondiale. Questo è stato uno degli argomenti preponderanti del vertice dei ministri di Berlino, che hanno stabilito di rilanciare su crescita e lavoro per rispondere coi fatti alla Brexit.

A Bruxelles,  il presidente UE Jean-Claude Juncker, puntualizza che il divorzio non è stato consensuale lasciando così intendere che probabilmente saranno gli inglesi a pagarne le conseguenze e non ha nascosto la preoccupazione per un possibile effetto domino anche se nel lungo periodo è convinto che gli euroscettici perderanno terreno. Adesso è Londra a dover fare il primo passo ed alla svelta perché le sanzioni potrebbero essere “salate”.

A Bruxelles si è dimesso l’uomo di Cameron, Lord Jonathan Hill, il commissario europeo per i servizi finanziari, sostituito da Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione. Con l’uscita degli inglesi oggi si scopre che molti dei Paesi facenti parte dell’unione mal li tolleravano all’interno della stessa, verità o dichiarazioni di comodo? Certo è che dalla Brexit potrebbe uscire rafforzato l’asse Parigi – Roma – Madrid, e quindi un ruolo ancor più importante potrebbe essere ricoperto dall’Italia, Piazza  Affari a Milano potrebbe divenire la Borsa principale d’Europa.

Fabrizio Pace

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.

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