Reggio Calabria, operazione “Spazio di Libertà”: i latitanti impartivano disposizioni con radio-ricetrasmittente

arresto PoliziaDurante le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria è stato possibile risalire, tramite particolari attrezzature tecniche, agli strumenti di comunicazione tra i due latitanti di ‘ndrangheta, C. G. e F. G. ed i loro sodali, i quali erano soliti utilizzare delle frequenze radio VHF, libere in etere, rispetto ai più moderni sistemi basati sulla telefonia cellulare; la radio ha consentito di ricostruire in tempo reale non solo la gestione del menage dei boss in fuga, ma anche l’organizzazione dei loro appuntamenti con i familiari e/o terze persone.Tra le molteplici comunicazioni intercorrenti sulle frequenze, è stato possibile individuarne alcune che, abilmente decriptate dagli investigatori addetti alle intercettazioni della frequenza, hanno permesso di stabilire che le stesse intercorrevano fra taluni stretti congiunti del C. G. e dai componenti della famiglia mafiosa dei F. di Cittanova (RC) verso i due latitanti C. G. e F. G., intesi rispettivamente con i nomi di “Alberto” e “Ciccio”, con lo scopo provvedere al sostentamento della loro latitanza.  Fra gli arrestati dell’operazione “SPAZIO DI LIBERTÀ” della Polizia di Stato vi figura G.A., ritenuto responsabile del delitto di favoreggiamento aggravato (p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 378 c.p. e 7 L. n. 203 del 1991), per avere aiutato – con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso – C.A., appartenente all’articolazione territoriale della ‘ndrangheta nota come cosca S. di Seminara, a sottrarsi all’esecuzione dell’ordinanza cautelare della custodia in carcere emessa il 27.7.2015 dalla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria nell’ambito del procedimento penale n. 321/11 RGNR mod 21 DDA (operazione di P.G. c.d. “Cosa Mia”), ovvero per aver messo a disposizione quanto necessario a protrarre lo stato di latitanza di C. A., alla sua assistenza morale e materiale ed alla creazione a tal fine di una rete di supporto e di tutela ed in particolare, procurandogli e recapitandogli beni di prima necessità. Il C. Antonio era stato catturato dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria nel pomeriggio del 5 Gennaio 2016.

comunicato stampa  – Questura di Reggio Calabria

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