Alexande Koirè In Incognito

In IncognitoE’ stato pubblicato da Leo S. Olschki Editore www.olschki.it Alexandre Koirè in incognito (pp. 290, € 32) l’ultimo libro di Paola Zambelli. L’autrice – già professore ordinario di storia della filosofia presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze – traccia un’interessante analisi della vita di Alexandre Koirè. Una personalità complessa e affascinante che ha attraversato il Novecento. Studioso di Galilei, Cartesio, Paracelso e Newton: la passione della sua vita fu la scienza e la sua storia. A lui si può ben applicare il motto cartesiano Larvatus prodeo. Nato nel 1892 a Taganrog, nella Russia, zarista; arrestato quando era al liceo, si trasferisce in Germania e Francia per completare gli studi. A Parigi, assieme a Lucien Lèvy-Bruhl, pubblicò alcuni documenti relativi all’ Affaire Dreyfus e frequentò Emile Meyerson, alto dirigente sionista e cultore di filosofia. Partecipò alla Grande Guerra prima nell’esercito francese e poi in quello russo: come attestano le due Croci di San Giorgio. Addetto stampa dei bolscevichi in Russia fu arrestato per spionaggio e trascorse sei mesi in carcere a Istambul. Nel 1933 cominciò a insegnare all’Universitè egyptienne de Il Cairo (un’istituzione francofona voluta da re Fuhad) dove conobbe Elia Mosseri, vicepresidente della Comunità Ebraica cairota. In seguito raggiunse gli Stati Uniti attraverso un viaggio rocambolesco: arrivò a New York via Bombay, Singapore, Manila, Wake, Honolulu, San Francisco, Chicago. Nella Grande Mela, frequentò Max Ascoli, che lo aveva segnalato alla Fondazione Rockefeller e Robert Oppenheimer. L’esilio e l’irrequietezza furono una sua costante caratteristica. Anche durante la malattia che lo avrebbe condotto alla morte, pensava a ritornare negli Stati Uniti. E’ stato definito cosmopolita. Più calzante la definizione di Hanna Arendt, che ben lo conosceva: “era un ebreo russo, sbattuto in Francia e del tutto francesizzato, eppure ancora interamente ebreo russo”.

Tonino NOCERA

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