Nicolò, ravvisa fermento per il no al nuovo referendum

Alessandro Nicolò16.09.2016 – In vista del Referendum sulla Riforma costituzionale il Capogruppo di Forza Italia Alessandro Nicolò ha già attivato la costituzione dei Comitati del No in tutti i Comuni del reggino registrando una larga adesione di professionisti, imprenditori, studenti e giovani, a testimonianza del massiccio coinvolgimento della società civile, una ampissima partecipazione, dunque, di cittadini che dimostra di cogliere il significato del dibattito rispetto ad un tema di grande significato per il futuro del Paese e delle sue Istituzioni democratiche.“Ci siamo fatti portavoce, dichiara il Capogruppo degli azzurri in Consiglio Regionale, di quel fermento per il No che registriamo ogni giorno, in diverse iniziative e svariati incontri promossi ed organizzati proprio per illustrare tecnicamente i profili di incostituzionalità di una riforma che, al contrario, è stata caricata solo di significato politico da parte del Governo”. “La riforma Boschi è stata, infatti, approvata a colpi di maggioranza dal Parlamento chiamato a pronunciarsi su un testo sul quale l’Esecutivo ha imposto i suoi diktat rispondenti esclusivamente a logiche partitocratiche. Vogliamo, infatti, far valere il senso di responsabilità istituzionale e l’onestà intellettuale che ci ha sempre contraddistinto, rinnovando il nostro impegno con l’intenzione di promuovere occasioni di dialogo e di confronto con la cittadinanza per un voto il più possibile consapevole, continua il Presidente Alessandro Nicolò”.“Pertanto, lavoreremo capillarmente sul territorio per garantire un’informazione autentica rispetto ad una Riforma incomprensibile o scarsamente interpretabile, oltre che nella forma scarsamente leggibile ancor di più nella sostanza. Gli obiettivi del Governo, infatti, sono quelli di far valere posizioni di potere negando la democrazia. Non siamo contrari alle Riforme – continua Alessandro Nicolò – ma avremmo voluto che le stesse fossero il frutto di un confronto istituzionale di larghe intese con tutti i gruppi politici e, quindi, maturate nella sede naturale, il Parlamento, con una discussione approfondita, mentre tutto è avvenuto con metodi riconducibili a forme dittatoriali”. “Il falso obiettivo della riduzione dei costi della politica, poi, (priorità indicata dalla riforma), stride con la scelta di mantenere in vita il Senato. Sarebbe stato preferibile – in un quadro di garanzie, chiarezza ed equilibri istituzionali – l’abolizione totale dello stesso (sistema monocamerale) oppure il mantenimento del sistema bicamerale con una riduzione del numero dei componenti. Ci troviamo di fronte ad una riforma che limita i poteri del Senato, mantiene l’assetto bicamerale con una sovrapposizione, difficilmente gestibile, di compiti e funzioni in capo ai senatori chiamati ad esercitare contemporaneamente anche le funzioni di consigliere regionale o di sindaco. Un’impostazione che non poggia su basi di ragionevolezza, prescindendo in toto dal considerare l’importanza e l’onerosità delle funzioni senatoriali che ne renderebbero impossibile il puntuale ed efficace espletamento. Si tratta di un testo confuso ed equivoco che disattende quell’auspicato senso di cambiamento e di rinnovamento che il Paese esprime”, conclude il Capogruppo Alessandro Nicolò.

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