3,5 milioni di lavoratori in “nero”

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Italia 23/09/2016 9:40 – In questi giorni è uscito l’ultimo studio della CGIA di Mestre, il quale cerca di mettere a fuoco quella branca di lavoro definito in “nero”. Il quadro dei lavoratori in nero viene quantificato con un numero pari a circa 3,5 milioni di persone, che vanno dal pensionato al limite della povertà, al disoccupato in cerca di far quadrare il bilancio familiare. Secondo lo studio ci sarebbero fortissime differenze fra il nord del nostro Paese ed il sud. Per la CGIA nel sud Italia il “nero” è un vero e proprio ammortizzatore sociale, dove non arriva lo stato, carente in tutto, ci pensa la gente ad “arrabattarsi”. Di certo, viene fatto sapere, che ciò non vuole essere una giustificazione al lavoro sommerso, ma quando queste forme di irregolarità occupazionale non sono legate  ad attività riconducibili alle organizzazioni criminali o alle fattispecie appena elencate costituiscono, in questi momenti così difficili, un paracadute per molti disoccupati o pensionati che non riescono ad arrivare alla fine del mese. Una chiara esemplificazione di come le politiche di welfare e sostegno siano insufficienti e carenti in molto.

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About the Author: Carlo Viscardi