Monitoraggio Aquila Reale: il Parco dell’Aspromonte presenta i primi risultati

13 dicembre 2016 – Il Parco dell’Aspromonte ha presentato, nel corso del Primo Convegno “Aquila Italia” svoltosi a Collecchio (PR) ed organizzato da LIPU e Gruppo Aquila Appennino Settentrionale in collaborazione con i Parchi del Ducato, i risultati del monitoraggio dell’Aquila Reale su territorio aspromontano. All’iniziativa erano presenti il Direttore dell’EPNA Sergio Tralongo e il Responsabile del Servizio Biodiversità Antonino Siclari; la relazione è stata affidata a Giuseppe Martino, ricercatore impegnato sull’attività di monitoraggio della specie. L’importante giornata convegnistica, tenutasi presso il Centro Parco Corte di Giarola, sabato 10 dicembre, ha riunito gran parte dei ricercatori impegnati nel monitoraggio dell’Aquila reale, che periodicamente si ritrovano per fare il punto sulle indagini in atto e soprattutto sullo stato di conservazione della specie in Italia. I numerosi e interessanti interventi hanno evidenziato nel complesso una situazione positiva, registrando in molti casi l’incremento delle coppie nidificanti, anche se persistono localmente alcuni problemi legati a residue azioni di bracconaggio e soprattutto al disturbo causato da alcune forme di turismo outdoor che a volte risultano scarsamente rispettose della fauna selvatica. In mancanza di dati storici sulla presenza dell’Aquila Reale nell’estremo lembo meridionale della Calabria (le uniche informazioni risalgono all’inizio del ‘900), il monitoraggio attivato negli ultimi anni dal Parco risulta indispensabile per l’individuazione del trend della specie, ricomparsa negli anni ’90 del secolo scorso. La conoscenza della distribuzione sul territorio, delle preferenze ambientali e dell’utilizzo delle risorse trofiche è un aspetto fondamentale, perché consente l’individuazione e l’applicazione delle necessarie misure di tutela della specie. Le 3-4 coppie presenti attualmente sono un dato interessante e incoraggiante, ma è necessario monitorare l’entità del disturbo determinato da parte di alcune attività antropiche e dalla presenza di linee elettriche in aree frequentate dalla specie; anche i processi di naturale riforestazione di habitat aperti riducono gli spazi a disposizione dell’Aquila, mentre la presenza di nuclei di capre rinselvatichite e di ibridi maiale/cinghiale sembra mostrare effetti positivi sulla disponibilità di risorse alimentari per le coppie nidificanti e per i giovani ai primi voli di caccia.

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