Ragusa, 2 romeni in arresto per riduzione in schiavitù di una giovane mamma colombiana

16/12/2016 – La Polizia di Stato – Squadra Mobile di Ragusa, Siracusa e Commissariato di Lentini – ha liberato una giovane mamma colombiana ed ha arrestato due cittadini rumeni per riduzione in schiavitù e furto aggravato di energia elettrica. La Squadra Mobile di Ragusa, informata da un centro antiviolenza ibleo che il personale del numero verde dedicato alle donne vittime di reato aveva ricevuto una richiesta d’aiuto proveniente da New York, avviava le indagini relative al caso. I familiari di una giovane mamma colombiana erano disperati perché questa era in grave pericolo: era stata ridotta in schiavitù dal compagno, il padre del suo bambino, e da un altro rumeno. Grazie al supporto del centro antiviolenza ed alla formidabile “rete” creata negli anni sul territorio ibleo per la gestione di eventi particolarmente delicati e complessi come questi, gli investigatori intuivano che la donna si trovava nel comune di Lentini, e proprio a quel Commissariato di P.S e alla Squadra Mobile di Siracusa veniva chiesto di collaborare. Effettivamente la donna si trovava a Lentini, lì i poliziotti notavano che una casa, gravemente lesionata dal terremoto del 1990 e quindi dichiarata inagibile, era stata abusivamente occupata da più persone. Dopo averla trovata, la vittima, disperata, è scoppiata in un pianto liberatorio con la poliziotta che era intervenuta. Nel Commissariato di P.S. di Lentini, la donna riferiva agli investigatori ogni dettaglio inerente le vessazioni subite: era diventata un “oggetto” per l’uomo che aveva conosciuto all’estero e che aveva seguito in Italia solo perché lui la minacciava di toglierle il suo bambino; l’uomo le aveva sottratto i documenti e la costringeva a chiedere l’elemosina insieme al figlio di tenerissima età in ogni condizione climatica. Il suo aguzzino aveva tentato inoltre di avviarla alla prostituzione ma la donna era riuscita a sviare le pressioni perché in compagnia del piccolo. Infine era riuscita a confidarsi con la madre e la sorella dimoranti a New York. La vita per la vittima era un inferno, costretta a stare con lui perché non poteva andare via, non poteva tornare nel proprio paese e temeva di essere considerata una clandestina, per cui non aveva mai chiesto aiuto alla Polizia di Stato. La donna era costretta a vivere in una casa fatiscente dove le veniva riservata la parte più sporca e fredda. La stessa vittima ha ammesso che se non fosse stata aiutata dalla Polizia a liberarsi di questa schiavitù probabilmente non ne sarebbe uscita mai. Dopo essere stata accudita e messa al sicuro, la donna ha potuto chiamare i parenti in America per rincuorarli e ringraziarli di averla salvata con quella telefonata al centro antiviolenza. I due vessatori venivano finalmente arrestati dagli uomini della Polizia di Stato per riduzione in schiavitù. All’interno dell’abitazione veniva successivamente accertato che i due avevano allacciato abusivamente la corrente elettrica, pertanto veniva loro contestato il furto di energia aggravato. Ieri, il Pubblico Ministero presso la Procura della Repubblica di Siracusa competente per territorio, ha chiesto la convalida dell’arresto dei due rumeni per i reati a loro ascritti ed il GIP ha convalidato l’arresto ed applicato ad entrambi la misura cautelare per il reato di furto di energia elettrica e per uno dei due ha applicato la stessa misura anche per il reato di riduzione in schiavitù. La donna ed il piccolo sono stati affidati ad una comunità in località segreta e sono già in corso le pratiche per regolarizzare la posizione sul territorio nazionale da parte della Questura competente. “La Polizia di Stato con un intervento sinergico di più uffici investigativi di Ragusa e Siracusa, è riuscita in poche ore dalla segnalazione ricevuta a liberare la donna ed il piccolo e ad assicurare alla giustizia gli aguzzini denunciati dalla vittima. Fondamentale, il parallelo intervento della Squadra Mobile e del centro antiviolenza, ovvero la repressione del reato e l’assistenza della giovane vittima”.   (immag di Repertorio)

fonte  — http://questure.poliziadistato.it/Ragusa

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