Antitrust UE, indagine su Facebook “Informazioni fuorvianti”

20/12/2016 Fornendo informazioni fuorvianti all’Antitrust UE, Facebook ha violato le regole nei controlli del 2014 quando si è unita alla piattaforma di WhatsApp. La società di Zuckerberg ha un lasso di tempo fino al 31 gennaio per ribattere a Bruxelles. Se fossero confermate le preoccupazioni preventive della Commissione, la Commissione potrebbe, imporre una sanzione fino all’ 1% del ricavo di Facebook. La Commissione ritiene che la possibilità tecnica di correlazione automatica tra utenti WhatsApp e utenti Facebook ci fosse già nel 2014. La decisione della Commissione dell’ottobre 2014 che approvò la fusione Facebook- WhatsApp si è fondata su una serie di fattori che vanno al di là della possibilità di abbinare gli account utente e quindi questa ulteriore inchiesta non avrà un influenza su tale decisione. Il commissario Margrethe Vestager, responsabile della politica di concorrenza, ha espresso: “Le aziende hanno l’obbligo di fornire informazioni precise alla commissione nel corso indagini sulle concentrazioni, e devono prendere sul serio tale obbligo. In questo caso specifico, Facebook ci ha dato informazioni errate o fuorvianti durante le indagini l’acquisizione di WhatsApp. Facebook ha ora la possibilità di rispondere”. Per i servizi dei ‘social’, la Commissione concluse che indipendentemente dai limiti precisi di tale mercato e dalla questione di sapere se WhatsApp e’ considerato o meno una ‘rete sociale’, le imprese sono “concorrenti lontani”.   Per quanto riguarda la pubblicità online, Bruxelles ha deciso che a prescindere dall’introduzione o meno della pubblicità su WhatsApp da parte di Facebook e/o dalla raccolta di dati degli utilizzatori di WhatsApp a fini pubblicitari. Oltre a Facebook, infatti, diversi altri fornitori avrebbero continuato a proporre pubblicità mirata ed esistono molti dati di utilizzatori internet per la pubblicità che non sono sotto controllo esclusivo di Facebook. La Commissione infine ricorda che l’invio di una comunicazione di addebiti “non pregiudica le conclusioni dell’inchiesta”.

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About the Author: Giusy De Giovanni