D’Ascoli (FI): “la situazione della sanità in Calabria è disastrosa”

Vorrei con questa mia nota evidenziare la disastrosa situazione in cui versa la sanità in Calabria. È necessario fare qualcosa, anzi più di qualcosa. Non possiamo infatti assistere inermi al declino cui andiamo incontro giorno dopo giorno se è vero come è vero che i dati impietosi relegano la nostra ragione nelle ultime posizione a livello nazionale per quanto riguarda i Lea.  L’emigrazione sanitaria é, purtroppo, un dato incontrovertibile. Questa migrazione, purtroppo, in continuo aumento fa si che la regione Calabria spenda ogni anno circa 250 milioni di euro. Nelle settimane che hanno preceduto il voto referendario il Presidente del Consiglio dei Ministri ha fatto un regalo al governatore Oliverio: ovvero quello di poter essere anche il commissario per la attuazione del piano di rientro dei disavanzi del settore sanità. Ma di questo ancora noi non abbiamo alcuna traccia. É anche vero che il Presidente Oliverio sia stato tenuto lontano dai commissari ogniqualvolta siano state adottate delle scelte per il futuro del territorio. I vari provvedimenti adottati dalla struttura commissariale nelle varie città calabresi evidentemente non sono stati congrui alle esigenze dal momento che ovunque in Calabria ci siano state delle proteste. Sono perfettamente d’accordo che quando nasce un figlio si facciano delle coccole in misura maggiore rispetto agli altri figli. Ciò non significa però che si debba fare una distinzione tra loro. Mi riferisco, evidentemente, alla cardiochirurgia che tra mille difficoltà, mille polemiche e diverse inaugurazione è finalmente partita. Non bisogna dimenticarsi adesso delle altre eccellenze presenti nella nostra azienda sanitaria ospedaliera. Ricordo che la neurochirurgia di Reggio Calabria è stata la prima ad essere istituita nella regione e per circa un decennio, nonostante la nascita di altre neurochirurgie, ha mantenuto per qualità e quantità di interventi il primo posto nella nostra regione e si è sempre attestata tra le primissime posizioni in Italia.  Il primo primario ovvero il primo vero fondatore della neurochirurgia Reggio Calabria è stato il mai dimenticato professore Romeo del Vivo ed il primo medico che ha fatto parte ed ha partecipato attivamente alla fondazione del reparto, quindi possiamo definirlo un cofondatore, è stato il Dottor Antonino Pizzimenti ovvero il papà del nostro capogruppo.  Nel corso degli anni il reparto é sempre stato un fiore all’occhiello della sanità Reggina e calabrese. Adesso, ad onor del vero, bisogna dire che dalla 2010 è diretta da un nuovo primario, il dottor Mauro Campello, che grazie alla sua professionalità ed alla sua grande manualità chirurgica non solo è riuscito a bloccare l’emigrazione neurochirurgica (grande risultato) ma addirittura ha invertito il trend.  Mi sembra un grande risultato.  In atto la forza lavoro all’interno dell’unità operativa di neurochirurgica è rappresentata da sei medici di ruolo e da tre medici con un contratto a tempo determinato. Uno di questi non rinnoverà. In questa situazione con otto medici in totale risulta essere estremamente difficile riuscire a mantenere i Lea. La pianta organica comprende oltre i sei medici, già in organico,altri sette.  Rivolgo adesso un appello accorato al Sindaco  precisando che per lavorare, quando si hanno capacità e voglia, lo si può fare con calzini di filo di scozia e scarpe lucide. L’appello al Sindaco è perché rappresenta la massima autorità sanitaria sul territorio e per tale motivo debba interloquire in maniera pregnante col Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera,  con la struttura commissariale a Catanzaro e col Presidente della Regione  affinché si cerchi anzi si trovi la soluzione al problema.  La neurochirurgia non può e non deve morire per senectus. Prometto adesso a tutti i cittadini di Reggio Calabria che da questo momento io sarò una spina nel fianco di coloro i quali dovranno adoperarsi per risolvere questo problema e, sino a quando non sarà posta la parola fine, non starò zitto. Insieme alla mia gente, ai miei concittadini scenderò e scenderemo per strada per far sentire la nostra voce ovunque. La salute non ha colore politico. Il diritto alla salute è un diritto sancito dalla nostra Costituzione.

Dott. Giuseppe D’Ascoli – Consigliere Comunale F.I.

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